Inchiesta Agimeg su riaperture sale scommesse, sale bingo e sale giochi: le 3 date possibili per la ripartenza

Il primo lockdown per il settore del gioco pubblico, quello che dall’8 marzo si è prolungato per 100 giorni fino a metà giugno, è stato un bollettino di guerra per gli operatori del settore: le sale scommesse, anche a causa dello stop ai principali campionati, in primavera persero tra il 50% e il 70% del proprio fatturato, le sale bingo lasciarono sul campo il 60% dei ricavi e della clientela. Numeri che avrebbero tagliato le gambe a qualsiasi attività economica, ma il settore del gioco, a costo di enormi sacrifici e di ulteriori investimenti in termini di dispositivi di sicurezza per fronteggiare l’emergenza Covid-19, ha fatto di tutto per rimettersi in carreggiata e poter riprendere l’attività, una volta avuto il via libera dal Governo. Poi, il 24 ottobre scorso, l’ennesimo DPCM si è abbattuto sul settore. Dopo quattro mesi di riaperture, sono state nuovamente sospese le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò. A stretto giro, il 3 novembre, stop anche per i corner con slot e scommesse, che nel frattempo avevano continuato a raccogliere gioco. Per gli operatori del settore, ancora una volta, l’incognita della ripartenza. Il DPCM avrà validità sino al prossimo 3 dicembre, ma ad oggi le riaperture dopo tale data non appaiono così scontate. Da un’indagine condotta da Agimeg tra gli operatori del settore, si profilano tre distinti scenari, dai più ottimistici ai più pessimistici. Le ipotesi di riapertura sono una sintesi delle opinioni di diversi operatori anche se sono possibili “sorprese” da parte del Governo come già accaduto con il primo lockdown.

RIAPERTURA SALE A DICEMBRE 2020

Se, come sembra dai dati di queste ultime ore, il numero dei contagi dovesse rallentare, permettendo così alle strutture ospedaliere di rifiatare ed al Governo di avere la situazione maggiormente sotto controllo, per sale giochi, scommesse e bingo si potrebbe profilare una ripartenza delle attività già a dicembre. Ci si troverebbe così di fronte ad un lockdown soft, con le attività costrette a chiudere per un mese o poco più. Un danno in qualche modo rimediabile, vista la resilienza dimostrata dal settore del gioco, che dopo l’estate, con la ripartenza dei campionati e di una fase di normalità nella vita dei cittadini, aveva mostrato segnali di ripresa che facevano ben sperare in vista della seconda metà dell’anno, prima della doccia fredda seguita all’aumento dei contagi ed alla nuova sospensione delle attività. Per qualche operatore, anche a seguito di rumors provenienti dal mondo politico, è più di una speranza.

RIAPERTURA SALE A GENNAIO 2021

Il secondo scenario prevede invece un prolungamento della fase emergenziale e dunque sale giochi, scommesse e bingo chiuse anche per le festività natalizie e del nuovo anno, con la riapertura a gennaio 2021 inoltrato. In questo caso si andrebbe a profilare un lockdown vicino, nei giorni di chiusura, a quello di primavera. Un’ipotesi che sarebbe resa ancor più nefasta dal fatto che a dicembre si concentra, per alcuni settori come ad esempio il bingo, una bella fetta del fatturato. Restare chiusi a Natale avrebbe dunque un ‘peso’ doppio e rappresenterebbe un danno ancor più difficile da ammortizzare. Tra gli operatori la riapertura dopo le feste è quella più accreditata ma non quella definitiva. L’ipotesi di una terza ondata del virus nel nuovo anno, potrebbe infatti portare ad una successiva, nuova chiusura.

RIAPERTURA SALE A PRIMAVERA 2021

Ma lo scenario che l’intero settore vorrebbe evitare assolutamente è quello di poter riaprire solamente in primavera. In questo caso molto dipenderà dall’andamento dell’epidemia. Il trend di questi mesi, tra alti e bassi, ha dimostrato che così come il virus allenta la presa, come accaduto in estate, consentendo le riaperture, allo stesso modo torna a colpire con forza, provocando nuove chiusure, come accaduto ad ottobre. E se, da una parte, la notizia di un vaccino in grado di rendere immuni dal coronavirus potrebbe far ben sperare in vista di un ritorno definitivo alla ‘normalità’, dall’altra appare difficile che entro marzo l’intera popolazione potrà essere vaccinata. Di fatto, il settore del gioco, ma non solo, è in balìa dell’incremento o decremento dei contagi. L’ipotesi di una riapertura definitiva ad aprile significherebbe aver tenuto chiuso il comparto più di 150 giorni, quindi addirittura più del lockdown della scorsa primavera. Uno scenario da incubo – sommando le chiusure di primavera con quelle autunnale ed invernali, si arriverebbe infatti ad otto mesi complessivi di lockdown, contro quattro soli mesi di aperture – il che potrebbe rappresentare il colpo di grazia per gran parte delle imprese del settore. Al momento comunque questa ipotesi, prospettata da alcuni operatori, appare molto remota. cr/AGIMEG