Corriere del Veneto: “Sale giochi, bingo e slot al palo, a rischio 3 mila dipendenti”

“Chi lavora per me prendeva 1.500 euro al mese, con la cassa integrazione arriva a 600. Fino a quando ho potuto, ho cercato di provvedere io, ma ora non mi è più possibile. E adesso ho ricevuto la lettera di sfratto”. E’ la testimonianza di Massimo Petracca, titolare di una sala slot di Portogruaro (VE) che dopo dieci anni di attività si vede costretto a valutare l’ipotesi di abbandonare il settore del gioco legale e cambiare lavoro. L’ultima volta che la sua sala ha alzato la saracinesca è stato lo scorso 25 ottobre, ma andando a contare anche il primo lockdown di primavera si toccano tranquillamente i sei mesi di chiusura, senza nessuna possibilità di riapertura all’orizzonte.
La sala di Petracca – si legge sul ‘Corriere del Veneto’ – nel 2010 è costata quasi 1 milione di euro di avviamento, a metà 2020 durante la riapertura, si spendevano oltre mille euro al mese solo di disinfettanti. “Non potevamo accogliere più di 5 persone alla volta, con i nostri 200 metri quadri. Non che fosse un problema, qui non c’è mai l’affollamento. Eppure una volta si lavorava: nel 2019 ho versato quasi 1 milione allo Stato”. Sono almeno un migliaio le sale slot, i punti scommesse e i bingo chiusi per effetto delle normative anti-covid solo tra Veneto e Trentino, per un totale di oltre 3 mila lavoratori fermi al palo, tra titolari e dipendenti diretti.
“La gente viene qui per rilassarsi, non per distruggerci”, dice ancora Petracca. “Esagerare fa male, certo, ma va male per ogni cosa. Noi negli anni abbiamo coltivato una clientela corretta e fidata, vengono qui anche molti esponenti delle forze dell’ordine e non si sono mai verificate situazioni di tensione. Come noi, così tanti colleghi”. Il decreto che ha chiuso le slot e le sale scommesse ha obbligato anche bar e tabaccherie a sigillare le loro macchinette, ma sono le bische illegali che preoccupano l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. “Durante il lockdown c’è stata una esplosione del gioco d’azzardo illegale a fronte di una contrazione del gioco legale”, ha dichiarato il direttore generale di Adm, Marcello Minenna. lp/AGIMEG