Deborah Cinque (gruppo Facebook “Uniti per il bingo”) ad Agimeg: “Se non ci fanno riaprire che almeno ci vengano dati ristori adeguati e dignitosi. Pronte a scendere di nuovo in piazza se ce ne sarà bisogno”

“Ieri, 13 gennaio, ci siamo trovate nel posto giusto nel momento giusto. Quando abbiamo raggiunto il Premier Giuseppe Conte, era accerchiato da altri giornalisti, ma ho pensato ‘chi me la ridà più questa attenzione?’. Per questo abbiamo gridato di essere lavoratrici del gioco legale. Il Premier si è fermato e ci ha chiesto se fossimo delle sale bingo e sale scommesse, abbiamo risposto di sì. Ci ha chiesto se avevamo avuto i ristori, gli abbiamo detto di sì ma che non sono sufficienti. Gli ho detto della cassa integrazione, siamo a gennaio e solamente ieri è arrivata la predisposizione per la cassa integrazione di maggio per alcuni colleghi, è una situazione insostenibile”. Così Deborah Cinque, tra le organizzatrici della manifestazione ‘rosa’ e amministratore del gruppo Facebook “Uniti per il Bingo”, racconta il suo incontro con il Premier Conte, insieme alle altre lavoratrici del settore del gioco, nel corso della diretta FB con il direttore di Agimeg Fabio Felici. “Stiamo solo chiedendo di poter lavorare, vivere in questa incertezza è davvero pesante. Quando ci hanno chiuso ad ottobre, ci hanno chiuso a ridosso del periodo di maggiore affluenza per le sale bingo. Non possiamo andare avanti aspettando ancora la cassa integrazione del primo lockdown, pari a 300-400 euro a famiglia, non si può andare avanti con questa miseria. Se non possiamo riaprire, ci vengano dati almeno dei ristori adeguati, per poter vivere dignitosamente. Ma non finisce qui, siamo fiduciose di quanto potrà accadere, c’è un’istanza depositata, ma purtroppo c’è crisi in atto. Non sappiamo come finirà, ma sono pronta a riscendere in piazza da settimana prossima”. cr/AGIMEG