Chiusura sale scommesse, sale bingo, sale giochi, Chiacchio (Pres. GiocareItalia) ad Agimeg: “Vogliamo vivere di produttività non di assistenzialismo. Continueremo a combattere per la dignità del settore”

“Siamo delusi dall’ultimo DPCM, ancora una volta il settore del gioco non viene preso in considerazione. Continueremo a pagare i canoni pur restando chiusi, una cosa fuori da ogni logica”. E’ l’amara constatazione di Pasquale Chiacchio (presidente di GiocareItalia, espressa nel corso della diretta con il direttore di Agimeg, Fabio Felici, il day after il DPCM di Natale che di fatto tiene chiuse le sale giochi, scommesse e bingo almeno fino al 15 gennaio del prossimo anno.
“Con la finanziaria stiamo portando avanti delle proposte e con un gruppo politico di governo (Italia Viva ndr) stiamo cercando di farci ascoltare. Cerchiamo di portare avanti degli emendamenti nell’interesse di tutti, di ogni comparto del settore dei giochi. Le misure del Governo mettono a rischio tantissimi posti di lavoro, non dobbiamo dimenticare che dietro ogni impresa c’è una famiglia. Gli imprenditori del settore sono penalizzati solamente per avere il torto di lavorare in un comparto che non viene valutato con obiettività. Siamo chiusi da oltre 40 giorni e rischiamo di rimanere chiusi ancora a lungo. Il Governo ha l’obbligo di mettere in campo controlli per non far aumentare i contagi, altrimenti saremo ulteriormente penalizzati se ci fosse una terza ondata dopo il periodo natalizio”.
Quali obiettivi vi siete dati come Confederazione? “Di certo non staremo con le mani in mano a guardare ciò che succede. All’indomani di un Dpcm ancora duro per noi, ci mettiamo la faccia e lavoriamo. Dobbiamo valutare la forma migliore per manifestare al grande pubblico e alla politica la grande difficoltà che sta vivendo il settore. I ristori contano poco, non viviamo di assistenzialismo, ma di produttività”.
E sulla lotteria degli scontrini, che partirà dal primo gennaio, Chiacchio ha aggiunto: “Lo Stato ha sempre combattuto il gioco, ma ha attivato la lotteria scontrini, si parla di lotta alla ludopatia, mentre questo è un cercare di far avvicinare al gioco tantissime persone, sembra un controsenso. E’ come se lo Stato volesse fare cassa per conto proprio. Si creano tante limitazioni al settore del gioco legale e poi si attiva la lotteria degli scontrini che è a mio giudizio un incentivo al gioco”.
Sull’attuale situazione del comparto, il presidente di GiocareItalia ha ricordato come in questo momento di chiusura del settore legale “la criminalità organizzata sta andando a nozze. Noi vorremmo, con tutto il rispetto delle regole sanitarie, poter riprendere la nostra attività, mentre abbiamo solo la colpa di lavorare in questo settore che viene giudicato a prescindere da quanto fa, dimenticando che ogni anno versa alle casse dello Stato 11 miliardi di euro che poi vengono investiti in opere pubbliche e sociali. Con quest’ultimo DPCM abbiamo avuto un ulteriore colpo da ko, ma se ci abbattiamo e deponiamo le armi è la fine, non ci arrendiamo”.
“Noi non facciamo proclami a vuoto, quello che faremo è continuare a lavorare: abbiamo contatti con esponenti di maggioranza e ci confronteremo con la politica. Chiediamo la riapertura ma serve una riforma dell’intero settore, altrimenti il comparto non reggerà oltre con tutte queste imposizioni fiscali. I costi aumentano, mentre i ricavi diminuiscono. E’ importante unire l’intero settore dei giochi, serve portare una proposta unica al Governo. Vedo presentati tanti emendamenti alla finanziaria, ma ne vedo tanti respinti. La nostra Confederazione è a disposizione di tutto il settore, uniti si vince”, ha concluso Chiacchio. cr/AGIMEG