Audizione Cangianelli (EGP-FIPE) in Senato: “Con i nuovi lockdown per i Bingo perdite fino al 70%. Le sale costituiscono punta di eccellenza dell’offerta di gioco sicuro e responsabile nel nostro Paese”

“Nelle sale bingo e gaming halls operano complessivamente circa 25.000 lavoratori nel nostro Paese, di cui circa 16.000 dipendenti diretti oltre all’indotto dei servizi alle sale. Una occupazione con significativa componente femminile e giovanile. Il forte impegno nelle relazioni industriali delle nostre aziende ha permesso, in questi difficili tempi di pandemia, di definire e adottare, già dal mese di aprile 2020 e di comune accordo tra rappresentanze dei lavoratori ed aziende, un Protocollo di regolamentazione delle misure di prevenzione e contenimento dei rischi COVID-19 per gli esercizi”. E’ quanto ha dichiarato Emmanuele Cangianelli in audizione in VI Commissione al Senato in rappresentanza dell’Associazione Italiana Esercenti Giochi Pubblici, organizzazione di categoria di FIPE-Confcommercio. “Anche per questo motivo siamo tra coloro che accolgono con disappunto le chiusure ‘per codici ATECO’ intervenute recentemente: il lavoro dei tecnici e l’attuazione dei colleghi delle sale, unita alle caratteristiche delle stesse, le rende luoghi con elevati livelli di sicurezza anche riguardo a questa particolare situazione sanitaria. Le Sale – prosegue Cangianelli – sono luoghi che, con il modello organizzativo gaming hall, costituiscono la punta di eccellenza dell’offerta di ‘gioco sicuro e responsabile’ nel nostro Paese ed il gioco del Bingo è un’attività a più basso rischio di insorgenza di comportamenti patologici, anche in ragione della elevata interazione tra personale e giocatori. Questo comporta però che le Sale abbiano una struttura economica sia labour intensive, ad elevato numero di dipendenti dedicati al rapporto con il pubblico, sia capital intensive (investimenti negli spazi e nelle tecnologie di gioco) che determina una struttura di costi fissi oramai da anni non più sostenibile per i concessionari, generalmente piccole e medie imprese. Tale situazione è stata ulteriormente aggravata negli ultimi anni dalla mancata attuazione dell’Intesa in Conferenza Unificata nel settembre 2017, dalla conseguente proroga onerosa di alcune concessioni, onerosità, per il gioco del Bingo, sproporzionata rispetto all’andamento effettivo della raccolta; dalla conseguente mancanza di un quadro regolatorio certo, stabile e soprattutto sostenibile economicamente; dalla contemporanea e progressiva riduzione della marginalità dalla gestione degli apparecchi da intrattenimento. Pertanto, l’assenza di un quadro regolatorio certo, di medio termine, non consente di programmare adeguati investimenti necessari per garantire un miglioramento dell’offerta di intrattenimento nelle Sale Bingo e nelle gaming halls, al passo con gli altri prodotti di gioco regolamentato”.

“Con l’emergenza COVID-19, come ogni attività produttiva del Paese, ciascuna sala ha comunque dovuto sostenere i costi strutturali e realizzare investimenti straordinari per garantire la sicurezza del personale e degli avventori; costi gestionali ed investimenti – ha detto ancora Cangianelli – che dovranno proseguire fino al termine finale della situazione pandemica, ampia parte dei quali anche in condizione di chiusura dell’attività. Allo stesso tempo la situazione di emergenza comporta – quando si può lavorare – condizioni evidentemente progettate proprio per ridurre sensibilmente l’afflusso del pubblico (con la riduzione dei posti disponibili, la registrazione all’accesso ecc); in questo quadro inevitabilmente – e con i nuovi lockdown – le stime a consuntivo 2020 riportano perdite fino al 70% rispetto al 2019. A questo si aggiunga che il quadro di incertezza regolatoria non consente per molte aziende di accedere al credito garantito dallo Stato con gli strumenti indicati nel Decreto “Liquidità”. Criticità che si aggiunge a quelle nei rapporti con il sistema creditizio, endemiche di tutto il settore del gioco regolamentato. La situazione di diseconomicità delle sale pone evidenti questioni di continuità della gestione, con conseguenti esternalità negative: la progressiva perdita di migliaia di posti di lavoro, nel momento più difficile della crisi economica del Paese; la perdita degli investimenti realizzati fino ad oggi; la forte riduzione del perimetro di legalità e di sicurezza nell’offerta di giochi con vincite in denaro, facilitando il ritorno del gioco illegale”.

“In questo quadro, la tutela dei posti di lavoro, la difesa del ‘perimetro’ dell’offerta legale richiede una serie di interventi urgenti, che poniamo all’attenzione del Parlamento e del Governo per le decisioni delle prossime settimane. Ci ritroviamo in particolare, in questo contesto, nell’impostazione del Direttore generale dell’Agenzia Dogane e Monopoli sulla necessità tecnica di prorogare le concessioni in scadenza. È improrogabile, invece, il riordino del sistema per permettere ai concessionari di svolgere l’attività con un perimetro di regole omogenee su tutto il territorio nazionale potendo, quindi, programmare l’attività delle aziende concessionarie e delle loro filiere”. “Nel brevissimo termine, è pertanto necessario dare ulteriori certezze immediate alla liquidità, ai conti economici delle aziende ed ai lavoratori, migliorando fin dal passaggio parlamentare quanto impostato da ultimo, con evidente urgenza, dal decreto-legge “Ristori”: miglioramenti sulle categorie comprese, sui tempi di attuazione, sui lavoratori garantiti dagli ammortizzatori sociali”. Per Cangianelli è necessario inoltre “prorogare di almeno 36 mesi le concessioni, a partire dal 1° gennaio 2021, per realizzare il riordino del modello distributivo dei giochi pubblici ed assicurare, quindi, un orizzonte temporale di medio termine coerente per la predisposizione degli affidamenti. I primi 18 mesi di proroga devono considerare l’azzeramento dei canoni concessori per recuperare le perdite subite nei periodi di lockdown o ridotto esercizio delle concessioni”, così come “sospendere da subito, fino al definitivo superamento dell’emergenza sanitaria, i canoni di proroga del Bingo, come sostegno diretto alla continuità delle sale; questo in aggiunta al DL Ristori, come misura di settore. Al riguardo basti anche pensare che, con la continuità di una singola sala, si evita anche di dover attivare ammortizzatori sociali nell’ordine di 35-40.000 euro per la stessa sala per ciascun mese”.

“Nella prospettiva della manovra di bilancio per il 2021, è altrettanto necessario, per la stabilità del sistema delle sale specializzate: intervenire (necessariamente per norma primaria) sulle regole tecniche e gestionali del prodotto Bingo per ridurre la percentuale di prelievo erariale a favore dei montepremi (+3%; -3%) ed effettuare il versamento del prelievo erariale Bingo e del compenso per il controllo centralizzato del gioco in maniera differita a novanta giorni dalla data del ritiro delle cartelle; sostituire l’utilizzo della tessera sanitaria per l’attivazione delle Videolotteries nelle sale (il cui accesso è vietato ai minori) con un più efficace controllo obbligatorio di un documento di identità per tutti gli avventori all’ingresso, utile anche ai controlli di polizia; rivedere il meccanismo dei prelievi sulla raccolta e sulle vincite degli apparecchi da intrattenimento, con eliminazione dell’aumento già previsto dalla legge di bilancio per il 2021 e ripristino contestuale dei valori di prelievo vigenti al 2019, prima dell’emergenza epidemiologica”. cr/AGIMEG