Vlt: Sen. Endrizzi (M5S), “Auspichiamo che il controllo passi totalmente in mano all’ente pubblico con la diretta partecipazione di cittadini e contribuenti”

“Le videolottery sono una evoluzione delle slot machine che sta spopolando. Sono oltre 51.000, rapportate agli abitanti sono il triplo rispetto agli Stati Uniti. Stanno in locali senza finestre, dove si perde il senso del tempo e il contatto con la realtà. Funzionano a banconote e una giocata dura pochi secondi. Sono probabilmente gli apparecchi che comportano i maggiori rischi di dipendenza patologica. Rappresentano solo il 12 per cent o degli apparecchi, ma raccolgono quasi la metà delle giocate. Una sola raccoglie mediamente 420.000 euro l’anno, 5 volte più di una slot machine”. Sono le parole del senatore Endrizzi (M5S) ieri in Aula a Palazzo Madama, riferendosi ancora una volta alle vlt e al servizio andato in onda nel corso della trasmissione “Le Iene”. “Su questi apparecchi ha puntato un faro la trasmissione televisiva «Le lene». Non la RAI, non il servizio pubblico” ha aggiunto.  “Nella puntata del 19 marzo, Nadia Toffa e Marco Fubini hanno denunciato il conflitto di interessi per cui i dati sulle giocate non vengono raccolti direttamente dallo Stato, ma dagli stessi concessionari. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli, che prima aveva ammesso di non disporre dei dati in tempo reale, ha smentito la possibilità di truffe, poiché il software è per legge gestito dai concessionari, ma viene controllato e certificato da SOGEI, società informatica controllata dal Ministero dell’economia e finanze e dalla stessa Agenzia delle dogane e dei monopoli. Ma cosa impedisce allo Stato di rilevare direttamente questi dati? Perché si è voluta questa legge? Perché si consente a dei privati, che già lucrano sulla salute pubblica, di gestire direttamente i dati sugli incassi? Perché il sito dell’Agenzia da novembre 2012 non pubblica più i dati sulle somme giocate? Quanto possiamo fidarci dei controlli di SOGEI e dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli?” chiede all’Aula.”Questo abbiamo detto a «Le lene», auspicando che il controllo passi totalmente in mano all’ente pubblico con la diretta partecipazione dei cittadini e contribuenti. Ma l’intervista, il 26 marzo, non è andata in onda a causa della par condicio e questo ci pare una beffa perché i dati AGCOM dell’ultimo periodo mostrano che il Movimento 5 Stelle sulle reti RAI ha avuto spazi inferiori all’8 per cento. Il servizio de «Le Iene» è comunque disponibile sul sito Internet e sul blog Beppegrillo.it e denuncia peraltro un’altra ipotesi incresciosa. Secondo Accredia, unico ente nazionale di accreditamento in questo campo, SOGEI non disporrebbe dei requisiti gestionali e tecnici secondo lo standard UNI EN ISO/IEC 17025. Qui – conclude – è in ballo un fatturato di 22 miliardi, ottenuti sulla sofferenza della gente”. im/AGIMEG