Venezia. Consiglio comunale approva mozione per chiedere legge nazionale divieto installazione slot e vlt

Il Consiglio Comunale di Venezia ha approvato all’unanimità la mozione con la quale si chiede al Governo e al Parlamento di assumere tutti i provvedimenti normativi necessari a vietare l’installazione e l’utilizzo di apparecchi elettronici finalizzati al gioco d’azzardo nei locali pubblici ed aperti al pubblico, limitandone la presenza solamente nei casinò.

Di seguito il testo della mozione

Premesso che
da almeno dieci anni si assiste ad un’incessante diffusione e pubblicizzazione del gioco d’azzardo e delle più varie forme di scommesse, lotterie e giochi elettronici;

Considerato che
il gioco d’azzardo sta diventando una piaga sociale che in alcuni casi porta ad una vera dipendenza psicopatologica che, con il miraggio di una ricchezza facile ed immediata, rischia di mandare in rovina le persone e le loro famiglie;

Preso atto che
il gioco d’azzardo muove un volume d’affari pari a 77 miliardi di euro (“IL SOLE 24 ORE” del 23 gennaio 2012);

Constatato che
nella sola provincia di Venezia si spendono più di 1250 euro pro capite per il gioco (“IL SOLE 24 ORE” del 23 gennaio 2012) e in Italia risultano essere affette da dipendenza da gioco da 900 mila a 1,8 milioni di persone (dato “SAMAN” associazione contro dipendenze)

Considerato che
particolarmente esposti ai rischi di dipendenza dal gioco d’azzardo risultano essere «gli appartenenti alle categorie più deboli quali: giovani, disoccupati, famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese ed anziani soli», che pensano di trovare nel gioco la speranza alla soluzione ai problemi di solitudine, noia, illusione di ricchezza;

Constatato che
la dipendenza da gioco, configurandosi in vero e proprio disturbo del controllo degli impulsi spesso si associa ad altre dipendenze come l’abuso di alcool e che la dipendenza da gioco vira frequentemente in disturbi dell’umore, con gravi conseguenze psicosociali non solo sul piano personale, ma anche familiare e sociale (divorzi, separazioni, violenze);

Preso atto che
lo smodato ricorso al gioco d’azzardo finisce per alienare il giocatore dalla realtà, generando comportamenti illegali quali furti, frodi, ricerca ossessiva del denaro per affrontare i debiti da gioco e favorisce il consolidamento della criminalità organizzata;

Verificato che
– la presenza delle slot machine, dei videopoker e più in generale del “gioco d’azzardo elettronico” ha assunto una dimensione rilevantissima nei pubblici esercizi (bar, circoli ricreativi, tabaccherie etc.) di facile accesso a tutti e diffusa capillarmente in ogni angolo della città;
– tale diffusione nei locali pubblici non consente, a differenza di quanto avviene nei casinò, alcuna forma di controllo o monitoraggio del fenomeno
– spesso negli esercizi in questione si verificano altri atti contrari all’ordine pubblico (risse, furti etc.)

Considerato che
le licenze di somministrazione di bevande e alimenti contemplano anche l’utilizzo dei giochi nei pubblici esercizi, senza limitazioni se non collegate alla superficie dell’esercizio;

Ritenuto che
per arginare il grave fenomeno si rende opportuno prevedere il divieto di installazione dei sistemi di gioco d’azzardo elettronico (cosiddette slot-machine) in luoghi pubblici o aperti al pubblico e nei circoli e associazioni;

Tutto ciò premesso e considerato:

Il Consiglio Comunale di Venezia

chiede

al Governo e al Parlamento di assumere tutti i provvedimenti normativi necessari a vietare l’installazione e l’utilizzo di apparecchi elettronici finalizzati al gioco d’azzardo nei locali pubblici ed aperti al pubblico, limitandone la presenza solamente nei casinò;

invita
la Regione in accordo con l’Azienda ULSS 12 a promuovere una campagna di sensibilizzazione e di prevenzione per informare sui rischi della “ludopatia”, meglio nota come “febbre da gioco”, e dei gravi danni che tale dipendenza provoca;

auspica
che il Parlamento possa, come avvenuto per sigarette e tabacchi, arrivare a vietare la pubblicità riguardante i giochi d’azzardo o, in subordine, a prevederne una ferrea regolamentazione;

dà mandato
al Presidente del Consiglio Comunale e al Sindaco di inviare ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica e ai Presidenti delle commissioni competenti la mozione in oggetto.