Slot, istallavano schede taroccate e totem. Cassazione conferma le misure cautelari

La Quinta Sezione della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso intentato da un cittadino leccese – esponente di sodalizio che istallava Totem e slot contraffatte – e confermato la misura dell’obbligo di presentazione presso la Stazione dei Carabinieri disposta nei suoi confronti dal Tribunale del Riesame di Lecce. La Cassazione nella sentenza ricorda che con le indagini è stata accertata l’esistenza  “di una compagine criminosa, ben strutturata sul territorio, che ha operato in maniera sistematica per la realizzazione di un numero indeterminato di reati attinenti alla manipolazione fraudolenta e alla successiva distribuzione di apparecchi elettronici”. Il sodalizio in particolare distribuiva schede per slot dotate del cosiddetto “abbattitore”, ovvero “di quel particolare meccanismo che, interrompendo il flusso dei dati alla competente AAMS, determina un fraudolento ridimensionamento dell’ammontare complessivo delle giocate per singolo apparecchio, con conseguente “abbattimento” del relativo prelievo fiscale”. Inoltre, istallava anche dei Totem, apparecchi “illeciti in quanto consentivano l’esercizio del gioco d’azzardo e la raccolta di scommesse a distanza”. In  questo modo frodava allo stesso tempo sia “gli ignari giocatori, abbassando la percentuale di vincita normativamente prevista”, sia “il fisco abbassando e, in alcuni casi, elidendo totalmente la trasmissione delle giocate alla competente AAMS, determinando così un forte decremento o il sostanziale abbattimento dell’imposizione tributaria applicata”. I reati sono stati commessi nell’arco di “oltre due anni”. La Cassazione sottolinea inoltre che “è emersa l’esistenza di un’associazione all’interno della quale si registrava una netta distinzione di ruoli, compiti e competenze, finalizzata a commettere reati attinenti alla distribuzione e all’utilizzazione, anche in frode al fisco, di giochi illegali”. lp/AGIMEG