Slot, il Consiglio di Stato difende nuovamente le fasce orarie a Milano. Ma rinvia al merito una serie di questioni

Il Consiglio di Stato difende nuovamente le fasce orarie stabilite dal Comune di Milano per limitare il gioco con le slot. La difesa della società, nell’udienza che si è tenuta ieri di fronte alla Quinta Sezione, aveva sostenuto che il sindaco del capoluogo lombardo non fosse legittimato a adottare un simile provvedimento, dal momento che il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali gli riconosce il potere di regolare gli orari di apertura degli esercizi, ma non quello in cui le macchine possono restare accese. Inoltre, l’ordinanza del Sindaco costringerebbe le sale giochi a violare la convenzione, dal momento che imporrebbe lo spegnimento delle macchine. Nell’ordinanza con cui ha respinto la domanda sospensiva di una sala, il Collegio ha tuttavia rinviato questi aspetti all’udienza di merito:  saranno “oggetto di approfondimento nella più appropriata sede di merito di questo giudizio” sottolinea. La questione era già stata affrontata dal Consiglio di Stato a metà dicembre, sempre in sede cautelare, anche in  quella sede il Collegio aveva accolto le ragioni del Comune, affermando ad esempio che “le censure che lamentano l’irragionevolezza e la sproporzione dell’azione amministrativa sono inammissibili nella parte in cui sollecitano il giudice amministrativo a esercitare un sindacato di merito sulle scelte ampiamente discrezionali rimesse alle valutazioni tecniche ed amministrative dell’organo politico che non trasmodano nell’abnormità”. Un’orientamento che la Quinta Sezione, nell’ordinanza di oggi, richiama, e “condivide”. rg/AGIMEG