Sintesi della ricerca giuridica“La fiscalità del gioco”

Di seguito lasintesi della ricerca “La fiscalità del gioco”, curata per Luiss da Ceradi, Fondazione Bruno Visentini e dal Casmef,in collaborazione con Confindustria Sistema Gioco Italia. Nel nostro ordinamento fiscale le vincite al gioco hanno sempre formato oggetto di tassazione, sul presupposto che tali vincite esprimano un reddito speculativo che, come tale, deve concorrere al finanziamento delle spese pubbliche secondo il principio di capacità contributiva consacrato dalla Costituzione.


Poiché il gioco per ovvie ragioni di vigilanza e tutela è sempre stato necessariamente soggetto ad un regime di monopolio legale (regime, si osservi, pienamente compatibile con l’ordinamento comunitario proprio in ragione di tali finalità pubblicistiche), storicamente la tassazione delle vincite al gioco è stata attuata sotto forma di monopolio fiscale. A tale regime impositivo in tempi più recenti si sono affiancate forme di imposizione strutturate in modo diverso, che, discostandosi in modo più o meno accentuato dai caratteri tipici del monopolio fiscale, tendono ad attribuire rilievo allo svolgimento dell’attività di gioco in sé considerata e al coordinamento dei fattori della produzione. Ciò è avvenuto, tuttavia, sulla base di una disciplina legislativa che, nel tempo, si è stratificata in modo eterogeneo, al di fuori di un disegno unitario e in assenza di principi generali della materia o, comunque, di norme strumentali volte a regolare la fase di attuazione del prelievo fiscale secondo meccanismi comuni ed omogenei.
In questo contesto si inseriscono, poi, le evoluzioni connesse alla rivoluzione digitale degli ultimi decenni, che hanno visto la nascita e la crescente diffusione dei giochi ontine, in cui l’elevato tasso di competitività del mercato ha, di fatto, indotto il legislatore tributario ad attuare forme di prelievo fiscale relativamente modeste, specie se poste a confronto con quelle operate sui giochi C.d. tradizionali.
Ne è derivata una legislazione quantitativamente imponente e affatto coerente, che sicuramente necessita di una rivisitazione innanzitutto in termini di riformulazione della normativa nell’intento anche di riportare a sistema i diversi istituti e regimi di tassazione, pur nella consapevolezza della distinzione delle diverse tipologie di giochi. In questa direzione, d’altronde, sembra andare lo stesso legislatore nel disegno di legge delega di riforma fiscale attualmente all’ esame del Parlamento.
La ricerca svolta dal CERADI Luiss Guido Carli e dalla Fondazione Bruno Visentini, nell’analizzare e descrivere i diversi modelli esistenti di tassazione dei giochi, non si è limitata solo ad evidenziare le problematiche indotte dall’attuale disordine normativo, ma ha anche cercato di offrire una valutazione di ciascuno di tali modelli adottando i criteri stabiliti dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 marzo 2000 sulla “analisi tecnico-normativa e analisi dell’impatto e della regolamentazione” della legislazione. I risultati ottenuti appaiono coerenti con l’attuale stato della legislazione: tutti gli esistenti modelli di gaming taxation, infatti, soffrono di carenze di efficienza sotto il profilo giuridico, vuoi per difficoltà nella disciplina dei controlli, vuoi per incoerenza (per eccesso o per difetto) della tassazione, vuoi per problematicità nella gestione stessa del tributo, vuoi per una non sempre soddisfacente confOlmità ai principi dell’ordinamento fiscale, nazionale e comunitario. In un’ottica prospettica di evoluzione del sistema di tassazione del gioco il sistema C.d. del margine lordo del concessionario (ove la base imponibile del prelievo fiscale è costituita dalla raccolta meno le vincite) potrebbe rappresentare il modello migliore, soprattutto in termini di razionalità del prelievo e di semplicità di riscossione (è il concessionario il soggetto chiamato al versamento dell’imposta) rispetto ad altri modelli attualmente esistenti (ad esempio, la tassazione della raccolta lorda delle giocate).
La Direzione scientifica della ricerca è stata assunta dal Prof. Fabio Marchetti (Luiss Guido Carli), dal Prof. Giuseppe Melis (Università degli Studi del Molise) e dal Prof. Agostino Ennio La Scala (Università degli Studi di Palermo). TI Coordinamento della ricerca è stato affidato all’Avv. Alessio Persiani (Luiss Guido Carli) e all’ Avv. Federico Rasi (Luiss Guido Carli), avvalendosi della Dott.ssa Paola Batalocco.

gio/AGIMEG