“Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio dichiara la propria incompetenza territoriale a conoscere del presente giudizio”. E’ la motivazione comune che si legge in numerose ordinanze collegiali pubblicate oggi dalla Sezione Prima Ter del TAR del Lazio, riferite ad altrettanti ricorsi di Centri Trasmissione Dati collegati a bookmaker esteri che avevano chiesto l’annullamento del rigetto della licenza di Pubblica Sicurezza emanato da diverse Questure sul territorio italiano. “Considerato che,(…) la Corte costituzionale ha dichiarato, tra l’altro, l’illegittimità costituzionale dell’art. 135, comma 1, lett. q-quater), c.p.a., nella parte in cui prevede la devoluzione alla competenza inderogabile del Tribunale amministrativo regionale del Lazio, sede di Roma, delle controversie aventi ad oggetto i provvedimenti emessi dall’autorità di polizia relativi al rilascio di autorizzazioni in materia di giochi pubblici con vincita in denaro”, conseguentemente, “venuta meno la competenza funzionale in materia del T.a.r. per il Lazio – sede di Roma, si applicano i criteri generali e segnatamente l’art. 13, comma 1, c.p.a., in forza del quale, in presenza di atti provenienti da Amministrazioni statali (periferiche), la cui efficacia è limitata territorialmente, è competente il T.a.r. in cui si determinano tali effetti”. Pertanto, scrivono i giudici, “la competenza a conoscere della presente controversia” “non appartiene a questo Tribunale”. I giudici richiamano la propria “incompetenza territoriale”, dal momento che i provvedimenti impugnati sono stati emessi da questure di province differenti (da Livorno a Macerata, da Brescia a Firenze, a Genova, per citare solo alcuni casi). La Corte Costituzionale, infatti, nel 2014 aveva annullato la norma che riservava al Tar Lazio la competenza esclusiva su tutti i ricorsi relativi ai giochi. I ricorsi in questione andranno quindi incardinati difronte ai Tribunali Amministrativi territorialmente competenti. im/AGIMEG
