Scommesse, la Cassazione respinge ricorso dei titolari di una sala: l’attività di intermediazione è reato

L’attività di intermediazione nel settore delle scommesse è reato. Lo ha confermato a Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso presentato dal titolare di un punto di commercializzazione, nei quali, secondo i giudici non è consentito accettare  scommesse o pagare vincite. Nel caso specifico i titolari del locale, condannati in quarto grado a quattro mesi di reclusione,  facevano da intermediari girando online le puntate su un bookmaker estero senza licenza italiana.  In seguito ai controlli sono stati portati come prova dell’attività illecita dei titolari della sala alcune ricevute di scommesse su eventi sportivi, i nomi degli scommettitori e delle relative puntate e vincite e sono stati chiusi i conti fittizi su cui venivano indirizzate tutte le giocate, svolgendo così un’attività organizzata al fine di accettare e raccogliere scommesse per via telematica. lp/AGIMEG