Scommesse: Aams e Uif-BankItalia a lavoro per tracciare le scommesse raccolte dai ctd e tassare i bookmaker senza concessione

Ricostruire i flussi delle scommesse che incassano in Italia i ced e i ctd e dirottano verso le compagnie madri a Malta, in Austria, o a Gibilterra, per poi tassare i bookmaker. E’ questo il progetto che stanno preparando i Monopoli di Stato con la Uif (Unità di Informazione Finanziaria)- l’Unità costituita dalla Banca d’Italia per indagare sulle attività di riciclaggio – che materialmente si dovrà occupare di tracciare i trasferimenti di denaro. In questo modo si punta a azzerare uno dei vantaggi dei bookmaker esteri che operano senza concessione in Italia: assoggettandoli a prelievo fiscale, non potrebbero offrire quote vistosamente più vantaggiose rispetto agli operatori autorizzati. Le autorità italiane hanno già tentato di utilizzare l’arma del prelievo fiscale, hanno però finora potuto colpire solo alcuni ced e i ctd – ovvero le agenzie sparse sul territorio – una battaglia che però doveva essere condotta palmo a palmo. I ced e ctd sono ormai diverse migliaia, almeno 6-7mila secondo la mappatura che sta per essere terminata; la lotta ai singoli punti, insomma, pur avendo consentito di raggiungere risultati positivi, non poteva avere effetti immediati. Colpendo le compagnie madri, invece, si eviterebbe un notevole dispendio di forze. Il progetto sarebbe dovuto partire già nei mesi scorsi, tra febbraio e marzo, ma è slittato sia per difficoltà di coordinamento con la Uif, sia per motivi di carattere politico. Sotto il primo profilo, i segugi di BankItalia avrebbero confermato di poter ricostruire la trama delle giocate: secondo alcune stime la rete parallela attrae scommesse per almeno 2 miliardi di euro l’anno, a fronte di una raccolta legale di 3,8 miliardi. Sotto il secondo, invece, si attende che il Ministro dell’Economia attribuisca la delega ai giochi a uno dei sottosegretari (la nomina è imminente, il favorito è Giovanni Legnini). Il sottosegretario dovrà anche presentare la misura a Bruxelles per evitare il problema della doppia tassazione. I bookmaker sono infatti tassati nei paesi d’origine, per le autorità italiane tuttavia si tratta di ordinarie tassazioni sul reddito (in Italia del resto gli operatori delle scommesse sono assoggettati alle normali imposte sul reddito) e non il prelievo erariale sulle scommesse. gr/AGIMEG