Secondo l’europarlamentare Oreste Rossi (EFD) il decreto legge del 2011 recante ‘Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo’ nell’intento di liberalizzare il settore del gioco d’azzardo, apporta discriminazioni sulle famiglie italiane, in particolare su quelle più povere. Per lo meno è quello che chiede di verificare alla Commissione europea all’interno di una interrogazione presentata ieri.
“In Italia, come in diversi Stati membri, – spiega Rossi – i giochi d’azzardo legali rappresentano una percentuale rilevante delle entrate tributarie: ad esempio, solo tra il 1999 e il 2009 hanno fatto incassare in media il 4 per cento sul totale delle imposte indirette e hanno contribuito alle casse statali con una media di 9,2 miliardi di euro all’anno. Alcuni recenti dati forniti dall’AAMS (Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato), nel periodo gennaio-ottobre 2012, evidenziano che la raccolta complessiva, ossia l’insieme lordo del denaro ricavato dai giochi, è stata di circa 70 miliardi. Le voci che compongono tale raccolta sono diverse: quota dovuta all’erario, costi di concessione, costi di distribuzione e la parte che torna ai giocatori in forma di vincite. Dall’analisi emerge chiaramente che il meccanismo di redistribuzione tra giocatori e Stato contribuisce a riprodurre disparità già esistenti, dato che lo Stato trattiene una quota delle giocate sotto forma di tassazione. Tali conclusioni sono avvalorate da più di uno studio (in primis, Beckert, J. e Mark Lutter, M. 2009, The Inequality), che fornisce il quadro distorto della spesa in giochi d’azzardo delle famiglie italiane secondo la loro posizione socioeconomica: le famiglie con redditi più bassi spendono una percentuale del loro reddito più alta rispetto a quelle più ricche.
Considerato – continua – che:
– il gioco d’azzardo legale consente allo Stato di incrementare con le entrate erariali e di regolamentare un settore ad alto rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata;
– a livello individuale il gioco d’azzardo riveste anche un ruolo ludico e di intrattenimento per i giocatori;
– non possono essere sottovalutati i costi e le ripercussioni sociali che il gioco d’azzardo comporta;
– rimane tuttora aperto il problema delle ludopatie;
– agendo come tassa regressiva, i giochi di azzardo creano ingiuste disparità economiche, soprattutto per le famiglie più povere;
– in Italia tali effetti discriminatori sono aumentati con l’approvazione dell’articolo 2 del decreto legge n. 138 del 13.8.2011;
può la Commissione verificare se, nel rispetto dell’articolo 6 TUE e del principio di territorialità fiscale, la legislazione nazionale vigente in Italia, nell’intento di liberalizzare il settore, non abbia invece introdotto discriminazioni con effetti indiretti di natura economica e sociale sui cittadini italiani, in particolare sulle famiglie più povere?”.
rg/AGIMEG