Ricerca Consulta Nazionale Antiusura: giocati 8,6 mld su slot illegali. Napoli, Reggio Calabria e Roma le province con la spesa pro-capite in nero più alta

Ricerca Consulta Nazionale Antiusura: In 14 anni moltiplicato di 3,6 volte il volume di denaro destinato ai giochi

10:27. “Tra il 1998 e il 2012 la spesa delle famiglie italiane per il gioco ha pesato in modo crescente nella composizione dei consumi privati: dall’impiego di 15,8 miliardi di euro nel 1998 (rapportati ai prezzi 2012 applicando i coefficienti ISTAT sui 24.244 miliardi di lire della raccolta complessiva di azzardo), si è giunti agli 88,5 miliardi di euro nel 2012. In termini reali, questo significa che in quattordici anni si è moltiplicato di 3,6 volte il volume monetario di consumo lordo destinato ai giochi. È un versamento di denaro che occupa, dunque, una posizione centrale nei comportamenti economici domestici di almeno la metà degli abitanti adulti (ma vi partecipano anche larghe fasce delle generazioni più giovani) del nostro Paese”. Sono i dati riportati nella ricerca “Il gioco d’azzardo e le sue conseguenze sulla società italiana. Il peso del gioco illegale nelle province italiane”, che viene presentata oggi a Roma. Si tratta di una ricerca a cura di Maurizio Fiasco per la Consulta Nazionale Antiusura. Nella ricerca si ricordano i numeri del gioco in Italia che nel 2013 ha movimentato circa 85 miliardi di euro, “anche se una larga parte di denaro – si legge – sfugge al controllo dello Stato. Ciò avviene o per effetto della manomissione illecita delle modalità di gioco legale, o perché si è soppiantato quello riconosciuto per legge con un sistema interamente illegale, fatto di bische e allibratori “paralleli” delle scommesse. Come è emerso dalle inchieste giudiziarie che hanno portato in emersione il fenomeno, si tratta di una criminalità affaristica, e spesso legata alle mafie, quella che si è accaparrata la gestione e le concessioni di una parte significativa di tutta la rete dell’azzardo. Si genera quindi in parallelo al mercato legale, un ampio business che attrae anche soggetti che mirano a raccogliere dei proventi in modo illegale, violando con vari metodi e tecniche i dispositivi di legge, mettendo, così, in seria difficoltà la complessiva architettura dei controlli dello Stato”. lp/AGIMEG

 

Ricerca Consulta Nazionale Antiusura: La provincia di Pavia spende l’11,6% del pil in giochi. Quella di Bolzano il 3,2%

 

11:03. Nel 2012 Pavia è stata la provincia che ha registrato il più alto rapporto tra consumo di giochi e PIL: la raccolta ha sfiorato gli 1,5 miliardi, l’11,6% del pil. Seguono Teramo (556 milioni, il 9,86% del PIL), e Caserta (circa 1,1 miliardi ma l’8,97% del Pil). All’estremo opposto ci sono Bolzano con 492 milioni di euro di raccolta di gioco, e il 3,2% del Pil; Cuneo (512 milioni, con il 3,21% del PIL) e Padova (con 774 milioni di raccolta, il 3,22% del pil). Per quanto riguarda la spesa di gioco, in rapporto alla popolazione residente, la ricerca della Consulta Nazionale Antiusura presentata oggi a Roma, evidenzia che Napoli è l’unica grande provincia italiana a superare il saggio del 5 per cento del reddito procapite (cioè quello di un euro ogni 20) destinato al gioco. Per la precisione quello partenopeo – con il valore di 6,96, e si parla della sola componente registrata formalmente – è il contributo più imponente al gioco industrializzato di massa, in rapporto alla ricchezza ufficialmente censita. Ci si riferisce, ovviamente, al consumo su postazioni fisiche localizzate, perché sul gioco via internet non si hanno elementi “geo-referenziati”. lp/AGIMEG

 

Ricerca Consulta Nazionale Antiusura: In Campania la maggiore concentrazione di sale gioco in rapporto alla popolazione

 

11:08. La Lombardia è la regione che nel 2013 ha annoverato il più alto numero di punti di accesso al gioco (bar, tabacchi etc) che svolgono altre attività principali oltre ai giochi: ammontano a 23.600. Il rapporto tra punti d’accesso e popolazione più elevato – come si legge nella ricerca della Consulta Nazionale Antiusura che viene presentata oggi a Roma – si ha in Abruzzo-Marche-Molise (32,34 punti ogni 10mila abitanti nelle tre regioni) ma è alta anche quella registrata nel Lazio che -da sola – ne ha 30,01 ogni 10mila abitanti. La Campania invece ha il più alto numero di strutture dedicate al gioco in via esclusiva (sale scommesse, bingo e vlt) che sono 1140, e ha registrato anche il rapporto più elevato tra il numero di strutture dedicate e la popolazione: è 1,98 ogni 10mila abitanti. lp/AGIMEG

 

Antiusura: Il “circolo vizioso” tra l’aumento dell’offerta di gioco pubblico e concorrenza illegale

 

11:11. “Da un lato la criminalità propone, in concorrenza con lo Stato, i propri prodotti (totonero, bische clandestine, scommesse illegali eccetera), avvicinando nuovi potenziali partecipanti e, soprattutto, giovani clienti, grazie ai rituali e all’ambiente stigmatizzato che produce un valore emotivo di fascinazione al rischio. Dall’altro lato, proprio a fronte di questa aggressiva induzione criminale al gioco d’azzardo clandestino, trova una forte motivazione la scelta politica di promuovere “prodotti” di gioco pubblico più semplici, più diffusi capillarmente, più rapidi nel pagamento (gran parte in cash) affinché la concorrenza del “gioco sicuro” sottragga clienti alle bische, agli allibratori e al “collega” o al vicino che raccoglie le puntate al toto nero e ad altre scommesse”. Lo riferisce una ricerca della Consulta Nazionale Antiusura presentata oggi a Roma, a cura di Maurizio Fiasco. “Invece di sostituirsi l’una all’altra – si sostiene – le due offerte di gioco d’azzardo si integrano, attivando un circolo vizioso (secondo un giudizio etico, beninteso, perché esso è del tutto “virtuoso” dal punto di vista commerciale). Per questa ragione nel decennio scorso si è passati a sostituire i giochi pubblici che consentivano una ripartizione dell’ “utile” in “simmetria con attivo per lo stato” (giochi dove l’Erario incamera di più della “filiera”: Concessionari-Gestori-Esercenti) con giochi pubblici dove è vistosa una “asimmetria in passivo” (dove è la “filiera” a drenare somme maggiori). Tra i giochi in attivo per lo Stato ci sono sicuramente il SuperEnalotto e il Win for Life (che danno il 44,7% all’Erario), o il Lotto (27% all’Erario), mentre tra i giochi in passivo si annoverano le VLT (2% allo Stato) o gli skill games online (3% ). lp/AGIMEG
Ricerca Consulta Nazionale Antiusura: “Il meccanismo del gioco pubblico potrebbe sopravvivere con l’immissione di risorse illegali”

 

11:44. Di fatto “lo Stato deve compensare delle impellenti necessità di cassa (ha bisogno, e subito, di soldi). Chiede denaro fresco ai concessionari, che per “entrare nel gioco” devono corrispondere in anticipo forti somme. E aderiscono alla richiesta di buon grado, a fronte della prospettiva di buoni guadagni con nuovi sistemi di gioco. Lo “sconto” fiscale è appunto l’interesse che lo Stato paga. Nella mancanza di incisivo controllo (finora) da parte delle istituzioni che dovrebbero esaminare questa perversa partita: Parlamento e Governo”. E’ quanto si legge nella ricerca della Consulta Nazionale Antiusura sul gioco illegale, presentata oggi a Roma. “L’aspetto ancora più paradossale sta nella condizione che accomuna molti concessionari dei giochi: sono sovraesposti con le banche, con le finanziarie. E con i collocatori di derivati speculativi sul debito. In parole povere, l’aspirante concessionario di un nuovo azzardo non ha riserve monetarie proprie, e quindi deve ricorrere a prestiti bancari. Che vengono accordati a tassi molto elevati poiché egli, il concessionario, non ha garanzie reali da presentare: patrimonio insufficiente e capitale societario esiguo. E come sanno tutti, meno è solida la condizione patrimoniale, più alto è l’interesse che si deve pagare. È così che avviene, nella realtà. Come si pagano alla scadenza le rate del debito? E qui alcuni concessionari ricorrono anche a manovre di “finanza creativa”. Parte degli introiti derivano loro dalla “vendita al venditore”, cioè dall’assegnazione di postazioni di gioco ai gestori; il resto del debito lo coprono con l’emissione di obbligazioni, bond e altro. Cioè contraendo nuovi debiti, che incrementano il peso degli interessi per l’entrata nel business. Chi guadagna realmente, a quel punto, è il collocatore dei “prodotti finanziari derivati”, cioè l’intermediario che piazza le obbligazioni. E così, con un gioco a piramide, cresce l’economia di carta e di promessa del gioco d’azzardo. Un sistema “a doppio legame” tale per cui si è costretti ad alimentare la crescita geometrica dell’azzardo, che per tutto il primo decennio del nuovo secolo è raddoppiata ogni tre anni. Siamo ormai giunti al limite fisico di crescita della spesa per giochi, e l’Italia rischia seriamente che l’azzardo sia la nostra bolla finanziaria. A meno che non si decida di immettere nel giro dell’azzardo ulteriori denari freschi di provenienza illegale – si sostiene nella ricerca – con il settore criminale che via via invaderà e incorporerà il comparto autorizzato dallo Stato. In pratica, il meccanismo del gioco pubblico d’azzardo potrebbe sopravvivere con l’immissione di risorse illegali nella filiera delle attività imprenditoriali: finanziamento ai concessionari, partecipazione alla gestione dei punti di gioco, protezione agli esercizi pubblici e alle aziende che operano verso il pubblico, usura verso i giocatori patologici. La conseguenza è per l’appunto il pericolo di una bolla finanziaria, finora procrastinata, con il sospetto che ciò accada dissipando le risorse reperite con il decreto “Salva Italia”. lp/AGIMEG

 

Ricerca Consulta Nazionale Antiusura: “Enorme potenziale di occupazione vanificato dalla spesa per giochi”

 

12:01. Come risulta dalla elaborazione – esposta nella ricerca presentata oggi dalla Consulta Nazionale Antiusura – una grandissima quantità di denaro che nel 2012 è transitato negli apparecchi automatici (Newslot e VLT), non è stata registrata. ”Ovviamente, non applicandosi alcun rapporto “garantito” tra consumato dai giocatori d’azzardo e “restituito” ad essi come pay out (impropriamente detto “vincita”) – si legge – la stragrande quantità di tale “nero” confluirebbe nelle mani dell’organizzazione che gestisce una o tutte le fasi dell’implementazione dell’azzardo con le slot machine: Promozione dell’adesione; Istallazione degli apparecchi; Manomissione; Manutenzione. Spetta ovviamente al sistema specializzato di sicurezza pubblica condurre dei riscontri specifici se il “nero” riguarda una o più componenti del processo di alterazione. Come è di pertinenza degli apparati giudiziari la ricostruzione puntuale e circostanziata dei vari casi”. Quel che la ricerca ha voluto “documentare è l’indubitabile e imponente esistenza dell’area delle anomalie, che

una rigorosa analisi sociale ed economica, supportata da un metodo statistico che si sottopone alla valutazione in pubblico, fa emergere”. La ricerca di fatto sostiene che ”il gioco impatta pesantemente: sulla spesa per misure di welfare (sostegno ai redditi familiari, reddito di ultima istanza, interventi sulla povertà relativa) e ancor più sulle politiche di riforma della spesa sociale che si richiedono per ridurre il deficit pubblico; sulla necessità di selezionare le scelte di investimento e di impiego delle risorse in ragione della sostenibilità del rischio; sulle misure di sostegno alla domanda di beni e servizi, della quale si richieda una modifica della composizione e un incoraggiamento alla sua selezione in funzione della tenuta dei conti; sulla politica fiscale e tributaria, laddove debba correlare la progressività (costituzionale) del prelievo con l’effettiva entità dello stock e dei flussi di entrate erariali; sull’esposizione del sistema bancario verso un meccanismo finanziario contiguo a una nuova, pericolosissima bolla speculativa, creata sui derivati dell’indebitamento della filiera dell’alea. La letteratura economica tende, poi (nella maggioranza degli autori) a considerare la spesa per giochi e lotterie come un “moltiplicatore negativo” della domanda di beni e servizi destinati alla vendita, poiché
con il dirottamento della domanda verso dissipazione e tassazione (rappresenta il 70% del totale dell’ammontare), si riduce lo stimolo potenziale alla produzione di valore aggiunto. Se si concorda che nella più grave recessione dell’economia italiana all’interno dell’Unione Europea influiscono il maggior onere della fiscalità diretta e indiretta, – si legge nelle conclusioni della ricerca – in questa va ascritta la fiscalità mascherata tramite giochi e lotterie. Si può, quindi, ricavare un bilancio virtuale sulla politica economica considerando: domanda sottratta alla crescita economica (pari ad almeno 20 miliardi nel commercio e nei servizi destinati alla vendita; equivalente a 4 miliardi nei settori direttamente produttivi); potenziale di occupazione vanificato dalla spesa per giochi, valutabile in circa 90.000 addetti nel commercio e servizi e in circa 25.000 addetti nell’industria. Dalla diade gioco d’azzardo e usura si è provocato un serio aggravamento della questione criminale e – per tale via – una nuova crisi della capacità statuale di controllare le devianze e di assicurare un livello minimo inderogabile di legalità e di sicurezza. Ma il presupposto, che si può considerare “strutturale”, di tale esplosione del mercato dell’azzardo è la formazione di una base di domanda di consumo di alea molto larga e, allo stesso tempo, “stabile”. I giocatori d’azzardo sono infatti clienti che il sistema industriale dell’azzardo ha l’obiettivo di “fidelizzare””. lp/AGIMEG
Ricerca Consulta Nazionale Antiusura: “Attribuire ai ministeri Welfare, Salute e Istruzione la prevenzione e comunicazione sul GAP”

 

12:30. La ricerca presentata oggi a Roma, sulle stime di gioco illegale nelle province italiane, sono “complementari e coerenti con quelli che la Consulta Nazionale Antiusura ha da sempre proposto e sottolineato. Innanzitutto si rileva la necessità del netto distanziamento delle istallazioni di gioco dai luoghi sensibili dei quartieri, per ripristinare una separatezza chiara nella vita quotidiana della comunità tra gli spazi dell’azzardo e quelli della vita civile”. E’ inoltre doverosa la “fissazione di precisi limiti di orario di svolgimento dell’offerta che valga a porre fine all’intrusione persino nei bioritmi, oltre che nella scansione dei tempi della vita, ai quali viene espropriato una parte, almeno, del campo dei significati, dei valori relazionali, dell’organizzazione dei rapporti interpersonali”, e “l’obbligo di tempi minimi inderogabili per ciascuna singola operazione di gioco almeno non inferiori due minuti, affinché la “meccanica” dell’azzardo non provochi lesioni vere e proprie del sistema psichico della persona, oltre a impedire a essa di avere contezza di quel che la stia coinvolgendo”. Servono poi “controlli capillari, frequenti e qualificati da parte dei Comuni, anche tramite dei servizi dello loro Polizie Municipali, su precisa indicazione dei Sindaci e un migliore coordinamento delle inchieste giudiziarie e delle indagini sia dal lato delle forze di polizia e sia dalla Procura della Repubblica”. Necessaria inoltre la “rapidissima predisposizione di un’ampia offerta di servizi di counseling, terapia e accompagnamento per le persone con problemi di GAP e per le rispettive famiglie e l’abolizione in toto di ogni e qualsivoglia pubblicità nelle strade, nelle emittenze radiotelevisive e sui giornali”. Secondo la Consulta inoltre,serve sottrarre al “MEF e all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ogni competenza in materia di prevenzione e comunicazione sul GAP, e attribuire tali materie ai ministeri del Welfare, della Salute e dell’Istruzione”. La ricerca sostiene inoltre la necessità di fissare “un rapporto “matematico” inderogabile, tra l’ammontare “lordo” delle somme giocate d’azzardo e l’ammontare percentuale della tassazione applicata, non inferiore al 22 per cento, con rigida corrispondenza tra PREU e aliquota IVA attuale che grava su tutti i consumi “non primari””. lp/AGIMEG

 

Ricerca Consulta Nazionale Antiusura, Maresca (Mef): “Lo Stato non può eliminare il gioco pubblico se vuole combattere le mafie”

12:57. “La ricerca del professor Fiasco sui numeri del gioco d’azzardo illegale rappresenta un importante passo in avanti nella conoscenza del fenomeno. Magari, come dice lo stesso Fiasco, non sarà perfetta, ma è una base da cui partire per contrastare l’illegalità e per formare un’onda di coscienza civile. E’ la dimostrazione che la gestione del gioco è estremamente delicata e non si può eliminare con un tratto di penna. Deve essere in mano pubblica, proprio per contrastare il business della criminalità. Le idee di contrasto alla ludopatia, compresa quella del divieto alla pubblicità, devono essere riportate alla coscienza pubblica”. Lo ha detto Giuseppe Maresca, Capo Dipartimento Reati Finanziari del Ministero dell’Economia, oggi nel corso della Consulta nazionale antiusura. Nelle stime pubblicate si legge di un fatturato di 8,6 miliardi di euro l’anno per le organizzazioni mafiose che operano nel settore dei giochi parallelamente alla rete regolamentata dallo Stato. Quale potrebbe essere un buon alleato nel combattere l’illegalità nel gioco d’azzardo?

“Anche attraverso le associazioni che quotidianamente lavorano sul territorio – ha proseguito – il volontariato ha un ruolo fondamentale nel contrasto allo sviluppo di fenomeni socialmente negativi”. cz/AGIMEG