Poker: il live resta popolare a Vegas nonostante il declino dell’online, 24 anni di storia in numeri

L’Università del Nevada ha pubblicato interessanti statistiche sull’industria del poker live negli ultimi 24 anni, elaborando i dati ufficiali resi noti dal Nevada Gaming Control Board: revenues, numero di licenze delle poker rooms e tavoli aperti dal 1992.
Lo studio mette in evidenza il lento ma inesorabile declino del poker live a Las Vegas: i livelli registrati anche nel 2015 sono su standard elevati, molto più alti rispetto a quelli del 2004, a testimonianza che comunque dopo il boom, il mercato si è assestato e consolidato, nonostante non abbia più la spinta decisiva dal marketing per internet.
Il poker è in declino soprattutto da quando nel 2011 l’FBI ha messo al bando il poker online offshore, interrompendo l’enorme flusso di denaro che veniva investito per promuovere non solo l’online ma anche lo skill game per eccellenza. Ci sono stati sempre forti sospetti – ricorda il sito specializzato Assopoker – che dietro l’inchiesta partita dal Dipartimento di Giustizia di New York, ci fosse dietro la regia occulta della potente lobby del live.
La controprova si è avuta due anni fa. Nel 2013, quando è stato legalizzato l’online in Nevada e si è registrata una massiccia campagna pubblicitaria da parte di UltimatePoker e WSOP.com (in un secondo momento), le revenues delle poker rooms live sono tornate a crescere dal 2007. Semplice coincidenza? Live e online sembrano intrecciare i propri destini. Come detto, il boom vi è stato tra il 2004 e il 2005, con un deciso passo in avanti: si è passati da 96 a 106 rooms autorizzate, da 701 a 886 tavoli aperti e da 98 milioni a 140 milioni di revenues con una crescita del 42% (e grazie all’effetto Moneymaker l’incremento l’anno precedente fu del 44%). Il numero di partecipanti al Main Event WSOP è cresciuto da 839 nel 2003, a 2.576 nel 2004 e 5.619 nel 2005.
L’anno scorso, si sono iscritti al torneo più importante del mondo 6.420 giocatori, a testimonianza che il mercato del live è ancora florido e in piena salute. Sono solo diminuite le rooms, ma i tavoli da poker rendono di più per i casinò. Oggi ci sono meno 20 rooms autorizzate rispetto al 2004 (si è passati in 12 anni da 96 a 76) ma nei casinò sono presenti più tavoli (da 484 a 681) e sono più redditizi (le revenues sono 118 milioni di dollari rispetto a 98,8 milioni). Inoltre i ricavi sono diminuiti di meno rispetto alla contrazione del numero delle sale da gioco.
La texana dopo il boom ha subito un inevitabile assestamento, ma l’industria del live a Las Vegas continua a mantenersi su standard importanti, nonostante il live calo dell’1.57% dei ricavi rispetto ai 12 mesi precedenti.
Negli ultimi 4 anni vi è stata una forte e vistosa contrazione della concorrenza: si è passati da 99 sale autorizzate a 76, da 809 tavoli a 681. Il business è sempre più in mano a pochi casinò(concentrati sulla Strip).
Il picco delle revenues si è registrato nel 2007, quando ai tavoli sono stati scommessi 167,9 milioni di dollari, numeri che hanno incentivato i casinò ad aprire le proprie porte al poker (nel 2009 le rooms attive erano 114). Il boom per i tavoli lo si è raggiunto nel 2010, l’anno pre-black Friday, quando PokerStars, Full Tilt, UB.com e Absolute Poker avevano investito cifre record nel marketing.
Le WSOP rimangono comunque la maggiore attrazione per i giocatori a Las Vegas. lp/AGIMEG