Poker, chiusa sala underground a New York: puntavano $150.000 a mano

Le forze dell’ordine di New York hanno sgominato una banda di nove uomini apparentemente legati alla mafia russa e a capo di un network di poker underground in quel di Brooklyn. Sembra che i nove arrestati siano legati a un gruppo russo noto come Thieves in Law – tristemente noto in tutto l’Est Europa. Questi potenziali esponenti della mafia russa dovranno rispondere di racket, estorsioni, gioco d’azzardo illegale e traffico di droga. Attività con le quali avrebbero guadagnato svariati milioni di dollari. A quanto pare i malviventi farebbero capo ai boss della mafia in Russia, ai quali avrebbero inviato i proventi delle loro malefatte. Secondo l’accusa, il gruppo avrebbe usato minacce e violenza per riscuotere i debiti.

Il tutto usando come base una struttura situata a Coney Island e mascherata da business di auto in leasing e sicurezza privata, che altro non era se non una vera e propria sala da poker underground in cui venivano organizzate partite cash high stakes dove si puntavano fino a $150.000 a mano.

Che a New York pullulino le sale da poker illegali non è certo una novità.  Nella maggior parte dei casi, queste partite ‘nascoste’ vengono gestite da semplici appassionati che cercano di offrire ai giocatori del posto un luogo dove giocare (visto che tecnicamente sarebbe illegale).

Il famoso Mayfair Club, dove giocatori del calibro di Erik Seidel e Dan Harrington hanno cominciato la loro carriera, era a tutti gli effetti una location di poker underground.

Chiaramente – riporta Assopoker – questi luoghi nulla hanno a che vedere con le strutture gestite dalla criminalità (che sia mafia russa o di altro genere), dove sedersi al tavolo è pericoloso almeno quanto farsi una passeggiata notturna nel Bronx sfoggiando accessori lussuosi. lp/AGIMEG