Poker, Casa degli Assi. Ceparano: “Out con orgoglio dalla casa. Ora voglio giocarmi le mie carte”

“Nel poker posso dire la mia”. Out dal talent show di Mediaset la “Casa degli Assi”, Alessandro Ceparano si gioca subito una nuova chance nel Texas Hold’em. L’occasione è l’Italian Poker Tour di PokerStars, dove il cestista si affaccia con coraggio al mondo dei tornei live. Con la testa sulle spalle però, per non far arrabbiare i coach Luca Pagano e Pier Paolo Fabretti.
“All’European poker tour – racconta – ho visto un mondo che mi affascina e posso provare giocarmi le mie carte. Magari, senza l’ambizione falsa di diventare subito milionario. Da 5 anni gioco su PokerStars, ma non ho una grande esperienza al tavolo live e in un periodo di cambiamenti nella mia vita voglio prendere questa strada”.
Come ogni giocatore, Ceparano (foto by Alessandro Vetturini) ha per la testa una mano indimenticabile: lo scontro di all in con Sabina è una cicatrice rimasta dopo l’eliminazione dalla casa. “I rimpianti ci sono – commenta – ma non per come ho giocato la mano. Ho rivisto la puntata e non ho ricevuto critiche dal coach Pagano: raise e size, tutto è stato prefetto. Forse mi ha fregato l’orgoglio. In quella situazione ero chipleader e in un paio di mani avevo messo in difficoltà la nuova arrivata Sabina facendo il padrone di casa, difendendo i compagni. Cuore, orgoglio e un minimo di pazzia, pensavo. In quel momento ero il più forte e dovevo proteggere gli altri da quella ragazza iperaggressiva arrivata dall’online. Non ho mai giocato slow per provare a stare il più a lungo possibile davanti alle telecamere, volevo solo dimostrate di saper giocare a poker”.
Così arriva l’occasione che mette Alessandro contro Sabina: tutto dentro e le carte fanno il resto. “Ho perso quella mano con A-10, ma la mia vittoria – ci spiega – sono state le lacrime dei compagni e delle persone che ho dovuto salutare. Se fosse andata diversamente sarei diventato chipleader del programma. Avrei ribaltato il tavolo dalla gioia, poi, magari, sarei stato bravo ad amministrare. Da corto ho sognato un recupero, con gli altri che mi hanno dato una mano. Simona si è sentita in colpa per avermi tolto le ultime fiches, ma doveva giocare quella mano. Pokeristicamente e umanamente è stata una bella esperienza. Ho cercato di giocare da manuale, come insegnavano i coach, fino a quando l’ambizione non mi ha portato a forzare una mano, a voler dimostrare di avere l’atteggiamento da PokerStars. Onestamente non pensavo che il mio avversario avesse un punto più forte del mio. Sabina aveva giocato anche con mani marginali. Peccato aver vinto solo quando tra noi concorrenti giocavamo 5 euro o i piatti da lavare. In quelle occasioni chiudevo sempre primo”. Alessandro dalla sua avrà anche la mentalità da sportivo. “Ci vuole preparazione anche fisica nel poker – commenta il cestista – perché ci sono tornei che durano 6-7 ore al giorno. E’ necessario mantenere sempre una buona postura, curare la respirazione. Chi non è abituato può tilare dopo due ore”. Tre favoriti per la vittoria? “Probabilmemte Patanè e Carlotta”.