Poker: Adelson e Wynn nominati nel comitato di Trump. Una brutta notizia per l’online

Il poker mondiale però potrebbe dire addio ad un polmone vitale come gli USA: l’elezione di Trump può essere giudicata come un terremoto. E’ vero che il prossimo presidente degli Stati Uniti possiede un network di poker in New Jersey (ed è autorizzato anche in Nevada) ma purtroppo dovrà anche sottostare alle logiche conservatrici del partito repubblicano e di uno dei suoi finanziatori per eccellenza: Sheldon Adelson, da sempre nemico numero uno dell’e-gaming a stelle e strisce e contrario a qualsiasi tipo di regolamentazione.

n campagna elettorale sembravano esserci forti contrasti tra Trump ed il presidente di Las Vegas Sands, considerando le accese polemiche tra Donald e Mitt Romney, ex candidato alla Casa Bianca che aveva ricevuto 4 anni fa un finanziamento da Adelson di 100 milioni di dollari.

Pare però che lo stesso Sheldon abbia staccato un assegno – durante il rush finale contro la Clinton – di 25 milioni di dollari per influenzare il partito Repubblicano e lo stesso Trump.

Arriva ora  – riporta Assopoker – anche la prova regina di un avvicinamento tra Adelson e l’immobiliarista newyorkese: Sheldon e la moglie Miriam Adelson faranno parte del comitato organizzatore per il giuramento di Trump alla Casa Bianca. Sono stati nominate nominate 20 personalità influenti di Las Vegas che finanzieranno l’evento ed oltre ai due membri della famiglia Adelson, tra i vice-presidenti troviamo anche il padrino di Las Vegas Steve Wynn (CEO di Wynn Resorts) e Phil Ruffin, proprietario del Treasure Island e co-proprietario di Trump International di Las Vegas.

Il miliardario  Tom Barrack sarà il presidente di questo esclusivo comitato inaugurale del nuovo presidente: è un manager di private equity ed è stato vice segretario del Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti durante l’amministrazione Regan. Barrack sarà anche il consulente economico e della sicurezza nazionale di Trump, il quale durante la campagna elettorale ha voluto al suo fianco, in qualità di consigliere economico anche Andy Beal, il pokerista miliardario, proprietario di una banca in Texas.

Come noto, Adelson è CEO e proprietario di Las Vegas Sands, la più ricca società di gambling al mondo, da sempre promotore della RAWA, il disegno di legge federale per il divieto assoluto di qualsiasi forma di gioco online, a qualsiasi livello.

Steve Wynn si è sempre mostrato neutrale nei confronti del gioco online, nonostante sia forse il proprietario di casinò più influente tra il partito repubblicano. Non si è mai schierato in questi anni, ma nel 2011, pochi giorni prima del black friday aveva approvato una storica fusione con PokerStars nel mercato americano. La società doveva chiamarsi PokerStars Wynn, ma l’illusione durò poche settimane poi intervenne l’FBI e stroncò il poker negli USA.

Tra le big di Las Vegas, Caesars (WSOP) e MGM invece sono a sostegno della regolamentazione del poker online ma da sempre sono schierate con il partito democratico ed in passato sono riuscite a regolamentare il gioco in Delaware, Nevada e New Jersey. Con il binomio Trump-Adelson il poker americano potrebbe fare tre passi indietro e tornare al punto di partenza. lp/AGIMEG