Poker: 65 senza lavoro dopo la chiusura del Cotton Club

“Speriamo di risolvere in fretta questa assurda vicenda dato che ci sono oltre 65 persone che sono rimaste a casa senza stipendio e quasi tutte con età compresa tra i 23 e i 25 anni”. I dealer e gli addetti alla sala rimasti senza lavoro: va a loro il primo pensiero di Fabrizio Cedrone, uno dei cinque fondatori del Cotton Club, il club di poker live che la scorsa settimana è stato posto sotto sequestro dalle forze dell’ordine. Intervistato dal Giornale del Poker, Cedrone ha descritto i numeri di quelle che fino a pochi giorni fa era uno dei più grandi circoli italiani. “Ad oggi abbiamo 24 tavoli ( 240 posti a sedere ) e tutte le sere  – ha detto – abbiamo un’affluenza minima di oltre 100 giocatori. In un solo evento siamo arrivati a quota 1554 iscritti. Offriamo molti servizi a partire dalla costante ricerca nel realizzare tornei che vadano nella direzione richiesta dai nostri giocatori , per poterli accontentare al massimo, ci prodighiamo sempre per riuscire attraverso i nostri tornei a far vincere iscrizioni per tornei nazionali ed internazionali. Abbiamo un servizio bar ai tavoli con sicurezza sia all’interno che all’esterno anche se non è mai stato necessario l’intervento. Tutti i nostri collaboratori emettono regolare documento ai fini fiscali, ma è possibile che esistano delle “mele marce” che rovinano l’immagine di questo stupendo gioco”. Ricordiamo che secondo le stime pubblicate da Agimeg, in Italia la regolamentazione del poker live potrebbe generare tra 15 e i 20 mila posti di lavoro. lp/AGIMEG