Pubblicità, Liberatore (AGCOM) ad Agimeg: “Il decreto attuativo della Stabilità dovrebbe vedere la luce entro giugno. Rimane il problema delle tv locali, mentre internet e radio fuori dalle limitazioni”

Quello della pubblicità è uno dei temi caldi per quando riguarda il mercato del gioco. A margine del convegno “Il gioco d’azzardo nella pubblicità – tra autodisciplina e compiti dell’autorità di garanzia”, Agimeg ha chiesto alla dottoressa Benedetta Liberatore, della Direzione Contenuti Audiovisivi dell’Agcom (autorità garante della comunicazione) in che direzione sta evolvendo, dal punto di vista normativa, il segmento della pubblicità: “il mercato della pubblicità sul gioco ha un percorso legislativo che ha avuto delle accelerazioni negli ultimi anni, partendo dal Decreto Balduzzi del 2012, passando per il codice di auto disciplina fino alla Legge di Stabilità 2016 che attribuisce per la prima volta competenze all’Autorità. Ora siamo in attesa del decreto attuativo interministeriale, dove sono coinvolti il MISE ed il MEF, che dovrebbe vedere la luce entro giugno”. Ricordiamo che il decreto era già atteso per fine aprile. Molti operatori lamentano la poca chiarezza e delle criticità nella parte della Stabilità che si occupa della pubblicità: “per quanto riguarda la tv generaliste (i canali dall’1 al 9 del telecomando) ricordo che le stesse si sonno autoregolamentate uniformandosi alle fasce di stop alla pubblicità e con spot che riportano tutti le diciture che il gioco può provocare della dipendenza patologica e che è vietato ai minori. Ma per quanto riguarda il resto dei media le situazioni sono diverse ed in evoluzione. I media specializzati, parliamo principalmente delle pay tv (Sky e Mediaset Premium), sono fuori dalle limitazioni (divieto di pubblicità legate al gioco dalle 7 alle 22 di ogni giorno e spot che non possono incoraggiare al gioco eccessivi o incontrollato ne omettere di rendere espliciti le modalità e le condizioni per la fruizione di incentivi o bonus)  imposte alle tv generaliste. Rimane il problema delle tv locali. Non c’è infatti un adeguamento delle sanzioni (le multe possono andare da 100mila a 500mila euro) per questo segmento visto che le stesse appaiono sproporzionate rispetto alla diffusione del canale tv locale”. Insomma binari diversi per quanto riguarda la televisione, ma è lo stesso anche per internet e radio? “già nel Balduzzi manca una normativa specifica sugli avvisi su internet e quindi questo canale rimane di fatto una zona franca, ma sulla quale si confida intervenga il buon senso e l’autoregolamentazione degli operatori. Per quanto riguarda la radio, la tendenza è quella di escluderla dalle limitazioni imposte alle tv”. es/AGIMEG