Operazione All in: Della Monica vince a Salerno, ma l’Ade ha già fatto cassa con altri giocatori

“Ai sensi dell’articolo 37 del D. Lgs del 31/12/1992 n.546 si comunica che, in relazione al ricorso n. 3848/13 contro l’Agenzia delle Entrate direzione provinciale Salerno in data 18/02/2014 presso la sezione numero 6 di questa Commissione è stata emessa la sentenza depositata il 28/04/2014 con il seguente dispositivo: accoglie i ricorsi riuniti e compensa le spese”.
Con questa comunicazione inviata al poker player Marco Della Monica la Commissione Tributaria di Salerno ha annullato qualsiasi pretesa dell’Agenzia delle Entrate nei confronti dello stesso giocatore, per le vincite ottenute nei casinò esteri. Della Monica è uno dei tanti poker player nel mirino dell’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione All in, che complessivamente avevano stimato fossero stato sottratti a tassazione oltre 70 milioni di euro tra il 2006 e il 2009. L’attenzione si era focalizzata sul poker e i casinò online e sui numerosi tornei che si svolgono all’estero a cui partecipano professionisti italiani. Le vincite, stando a quanto reso noto dell’Agenzia delle Entrate, dovevano essere dichiarate in Italia e segnalate come “redditi diversi”.
Oltre 150 giocatori sono stati coinvolti nei controlli, anche se l’operazione è stata fermata in seguito al ricorso di alcuni player, che hanno iniziato un contenzioso con l’amministrazione e che ha portato all’apertura di una causa in Corte di Giustizia Ue. La Commissione Tributaria provinciale di Roma, chiamata a decidere sulla questione, ha infatti concluso che la normativa italiana vigente suscita dubbi di compatibilità con l’articolo 49 del Trattato UE, dal momento che la disparità di trattamento tra casinò italiani e casinò esteri – attuata attraverso maggiori restrizioni di natura fiscale solo sulle vincite conseguite presso i casinò stranieri (assoggettate ad obblighi dichiarativi ai fini dell’imposta sul reddito) – non sembrerebbe, allo stato, completamente giustificata.

Della Monica invece si è difeso da solo, puntando sul metodo utilizzato dall’Ade per accertare l’eventuale evasione. Della Monica nel suo intervento alla Commissione Tributaria Provinciale della Campania ha puntato per la propria difesa anche sull’affidabilità del database Hendon Mob, sito sfruttato dall’Agenzia delle Entrate ai fini dell’indagine, che stila le classifiche relative alle vincite dei maggiori tornei di poker giocati in tutto il mondo. Gli stessi titolari del sito hanno chiarito come i propri dati possono essere utili per mettere a confronto i risultati dei giocatori, non certo per essere presi in considerazioni ai fini di questa indagine. L’errore è dietro l’angolo, visto che spesso sono gli stessi organizzatori dei tornei ad inviare i risultati e non esiste possibilità di controllo. Da sottolineare inoltre che i dati di Hendon Mob tengono conto delle vincite, non delle perdite. Se un giocatore, ad esempio, partecipa a 10 tornei dal costo d’iscrizione da mille euro e ne vince solo 5mila, l’imposizione fiscale verrebbe calcolata sui 5mila euro, non sul bilancio effettivo. Di fatto verrebbe tassata una perdita. Tante sembrano quindi le falle dell’indagine.
“Ne ero pressoché certo – ha commentato il poker player sulla propria pagina Facebook – , ma mi è appena stata notificata la sentenza di accoglimento dei ricorsi contro l’ADE. Piuttosto mi chiedo come sia stato possibile che qualcuno, forse mal consigliato, abbia deciso di patteggiare e pagare”.
Resta questo un punto fondamentale. Su indicazione dei propri legale molti hanno già pagato e hanno pagato e di fatto lo Stato ha già fatto cassa con i “pesci piccoli”. cz/AGIMEG