Numeri, minacce ma soprattutto un’occasione da non perdere

Quando, circa un mese fa, decidemmo di dare vita alla ricerca di dati sugli operatori privi di concessione italiana (anche se alcuni sono in possesso di almeno un titolo per operare nel nostro paese), eravamo ben consci del polverone che la nostra inchiesta avrebbe sollevato. Mai infatti erano stati pubblicati in Italia i dati di raccolta, con il numero dei centri di raccolta,  suddivisi per operatore per questo segmento di mercato. Il nostro intento era quello di dare forma ad un mercato di cui si parlava quotidianamente ma senza che alle parole corrispondessero dei numeri concreti. Il “pesare” le aziende era per noi la giusta direzione per un confronto concreto con gli operatori in possesso di concessione. In pratica si mettevano a confronto due mercati paralleli con dati reali. In questo modo abbiamo pensato che i due mondi potessero finalmente dialogare, magari con la supervisione dei Monopoli di Stato, per arrivare ad un compromesso che mettesse fine ad una guerra che ogni giorno provoca morti e feriti (metaforicamente parlando) tra le aziende. Poter valutare il “peso”, l’importanza di queste aziende, poteva permettere agli operatori concessionari di conosce meglio l’eventuale interlocutore. Questa voglia di dialogo è stata dimostrata dal fatto che le aziende più grandi, quelle che occupano i primi posti della classifica che abbiamo pubblicato, hanno accettato questa “trasparenza” non avendo nulla da nascondere, ma anzi avendo dato prova in più occasioni (come l’acquisto di una licenza da parte di Planetwin o di Stanleybet) di voler in qualche modo “parlare “ con lo Stato. Dispiace invece che dalla parte bassa della graduatoria in oggetto, la nostra iniziativa sia stata letta in modo sbagliato. Qualcuno è andato addirittura oltre, arrivando a minacce per esserci “permessi” di divulgare questi dati. Insomma un mercato dove purtroppo convivono voglia di discutere e di confronto e soggetti che invece preferiscono lavorare in modo poco chiaro. Ed è un peccato, perché quest’ultimi non dovrebbero sprecare questa occasione. Ogni giorno vengono chiusi o riaperti ctd, ogni giorni vengono effettuati sequestri e dissequestri. Insomma un far west che non permette a nessuno, concessionari o non, di lavorare con tranquillità. Il nostro articolo con i dati del mercato delle aziende senza concessione può dare un segnale importante al mercato, è una mano tesa in cerca di un interlocutore. Se poi questo interlocutore rifiuterà la stretta di mano, c’è sempre (purtroppo) tempo per continuare la guerra già in atto. Ed a proposito dei dati pubblicati, abbiamo provveduto a “raffinarne” alcuni grazie all’intervento di società che ci hanno addirittura mostrato i bilanci per offrire un’informazione più corretta. La speranza è che questa strada venga percorsa da tutti gli attori, ma forse, come diceva Luigi Pirandello, nulla è più complicato della sincerità.

Fabio Felici