Newslot, Marini (Pres. ACADI): “Positiva l’apertura del viceministro Casero ad un confronto con le associazioni di categoria. Per la Stabilità necessarie modalità di applicazione sostenibili”

“Ci troviamo di fronte a una straordinaria occasione di mettere in ordine una volta per tutte un settore che ha vissuto una fase positiva, con regole e leggi solide, alla quale è seguita una fase di interventi opportunistici inseriti in un quadro non definito. Attendiamo quindi con rinnovata positività il confronto con le istituzioni”. E’ quanto dichiarato ad Agimeg dal presidente di Acadi (Associazione di Categoria dei Concessionari degli Apparecchi da Intrattenimento),  Matteo Marini, a seguito della dichiarazione del viceministro all’Economia Luigi Casero sul “positivo lavoro di ascolto delle associazioni di categoria, in fase di scrittura della Delega Fiscale. C’è possibilità di confronto.”Ricordiamo che il settore del gioco pubblico – sottolinea Marini – fornisce gettito all’Erario per oltre 8 miliardi e la metà arriva dagli apparecchi di intrattenimento. E’ fondamentale, anche per rilanciare l’occupazione, che non ci siano interventi opportunistici come quelli più recenti di regioni e comuni, causa solo di un danno per tutti: alla collettività e all’Erario e in grado di fare il gioco di quel settore che prende il posto del gioco legale. Gli interventi non calibrati generano illegalità. Guardiamo quello che è successo i molti comuni del Trentino, della Liguria e della Lombardia: quando non si conoscono le dinamiche si rischia di mettere in piedi interventi legislativi che mettono in ginocchio un settore sano in favore di un’attività grigia. Se invece da parte della politica c’è l’onestà intellettuale di ascoltare chi il settore lo conosce, ne trarranno giovamento i cittadini e lo Stato. E’ chiaro che possono esserci degli eccessi nella fase di costruzione e di consolidamento di un mercato, ma non si può rispondere con altri eccessi”.Intanto però il settore deve far fronte all’imposta di 500 milioni di euro prevista nella legge di Stabilità. “Uno dei problemi maggiori – prosegue il presidente di Acadi – sta nell’indeterminatezza della legge, che sta creando conflitti tra concessionari, esercenti e gestori. Non si può certo chiedere lo stesso contributo a soggetti con capacità contributiva diversa. Il nostro approccio è quindi quello di distribuire la raccolta in base al ricavo netto degli attori. Laddove vi siano motivi di opposizione, proviamo a gestire i conflitti, assumendo il nostro ruolo con responsabilità. Da una parte è obbligatorio applicare la norma, dall’altra è necessario parlare con lo Stato per cercare di cambiare le cose. L’irrazionalità e l’indeterminatezza potrebbero dar luogo ad un ricorso, finalizzato ad avere un modalità di applicazione del nuovo prelievo fiscale che sia sostenibile. E’ anche vero che la strada migliore potrebbe essere una modifica del prelievo, allargando la platea dei soggetti contribuenti., ad esempio con un abbassamento di un punto il payout, come previsto nelle fasi iniziali della Stabilità”. cz/AGIMEG