Maxipenali newslot, Terza Sezione conferma sequestro di 6 mln di Bplus. Resta aperta la questione della responsabilità

La Terza Sezione d’Appello della Corte dei Conti ha confermato il sequestro da 6 milioni di euro chiesto dalla Procura nei confronti di Bplus nell’ambito del procedimento sulle maxipenali newslot. Oggetto del sequestro le somme che  la concessionaria aveva versato ai Monopoli nel 2011 in occasione della gara per il rinnovo dei diritti slot e vlt. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso settembre – che autorizzava Bplus a operare in forza della vecchia concessione, e quindi senza obbligo di partecipare alla gara – queste somme dovevano essere restituite. Il Collegio nell’ordinanza ricorda che l’accertamento che viene chiamato a svolgere sia “limitato alla sussistenza delle condizioni di legge” – ovvero il fumus boni iuris e il periculum in mora- ma questo “non pregiudica in alcun modo, come già rammentato, un successivo riesame delle questioni oggetto di valutazione ‘abbreviata e compendiosa’”. E quindi sul fumus boni iuris, ovvero sulla  parvenza di legittimità della richiesta di sequestro, ricorda che Bplus – come emerge dalla sentenza di primo grado – ritardando nell’istallazione delle macchine e chiedendo un numero di Nulla Osta eccessivamente elevato, abbia tenuto un comportamento tale da provocare un “pregiudizio economico-finanziario all’erario per il mancato collegamento degli apparecchi alla rete, per l’assenza di controllo pubblico sul gioco legale e per l’ingente impiego di risorse finanziarie pubbliche finalizzato a realizzare detto servizio”. Questo, “induce a ritenere,più che sufficientemente fondati, quanto meno in termini di probabilità, gli addebiti contestati, facendo salva ogni valutazione, rideterminazione decurtazione del danno che il Collegio potrà operare in sede di giudizio di merito”. E sul periculum in mora – ovvero sul fatto che l’Erario, in attesa che venga emessa la sentenza definitiva, potrebbe non soddisfare le proprie richieste – la Corte fa riferimento soprattutto alla rilevanza del danno: Bplus in primo grado venne condannata a pagare una sanzione da 845 milioni di euro. Respinge inoltre le argomentazioni della compagnia secondo cui il sequestro potrebbe pregiudicare le capacità imprenditoriali. Le somme complessivamente sottoposte a sequestro con provvedimenti diversi – ammontano a 35,5 milioni, una cifra “di gran lunga inferiore all’importo che la società si era resa disponibile a versare (10% della condanna di primo grado) per accedere alla definizione agevolata”. Infine il Collegio dà peso anche  alla “vicinanza della data di discussione nel merito”, fissata per il 9 luglio prossimo.

A maggio scorso la stessa Terza Sezione aveva già confermato una serie di sequestri – per un valore complessivo di oltre 70 milioni di euro – disposti nei confronto delle quattro concessionarie degli apparecchi rimaste in attesa dell’udienza di merito. Colpiti in quel caso lo 0,5% che viene restituito alle concessionarie che raggiungono determinati livelli di servizio. Bplus – che si era vista congelare 29,5 milioni – ha presentato reclamo, su cui si pronuncerà la Prima Sezione d’Appello. rg/AGIMEG