Maxi-penali slot: La prima contestazione nel 2007, la Procura chiedeva 90 miliardi di euro

La vicenda delle maxi penali è partita nel 2007 quando la Procura ha iniziato a indagare sui ritardi con cui le concessionarie hanno costituito la rete delle newslot in Italia. Le convenzioni infatti prevedevano una serie di step per l’allestimento della rete e il completamento effettivo entro il 31 ottobre del 2004, in realtà sarebbe di fatto stata completata solo nel 2006 inoltrato. La Procura regionale in primo grado ha contestato all’inizio del 2007 un danno erariale per 90 miliardi di euro. La sentenza di primo grado è arrivata soltanto nel febbraio del 2012 ed ha condannato le concessionarie slot a pagare una maxisanzione complessiva di circa 2,5 miliardi di euro. Bplus è stata la più colpita, 845 milioni. Le altre compagnie invece sono state condannate a somme di importo minore: Cogetech 255 milioni; Sisal 245 milioni;Gamenet 230 milioni; Snai 210 milioni; Hbg 200 milioni; Gmatica 150 milioni; Cirsa 120 milioni; Codere 115 milioni; Lottomatica 100 milioni. Secondo la Corte, le dieci concessionarie – nella fase di avvio della rete, tra il 2004 e il 2006 – si sono concentrate sull’obiettivo di conquistare fette di mercato, tralasciando il problema del collegamento delle macchine alla rete di controllo progettata da Sogei. Le compagnie infatti continuarono a chiedere nulla osta per l’istallazione delle macchine, nonostante fossero emersi problemi per l’allacciamento alla rete. Anzi, parte dei ritardi – secondo i giudici contabili – sono stati “certamente anche causati dall’elevato numero di apparecchi che avrebbero dovuto essere collegati alla rete”, le concessionarie infatti hanno chiesto “un numero di macchinette molto superiore alle 5000 della dichiarazione iniziale creando gravissime difficoltà nel collegamento e, in seguito, nella fase di conduzione della rete (specialmente nei primi mesi del 2005)”. Inoltre le compagnie hanno disatteso gli obblighi della concessione: non si sono adoperate “perché fosse pienamente realizzato il collegamento di tutti gli apparecchi” alla rete, in modo da consentire il controllo del “costante flusso di dati delle giocate verso il sistema centrale di AAMS”. Tra il 2013 e il 2014, poi, otto concessionarie hanno scelto di aderire alla sanatoria previsto dal decreto IMU e ad alcune norme della manovra finanziaria del 2006, permettendo allo Stato di incassare oltre 430 milioni di euro. A novembre si è poi tenuta l’ultima udienza di appello difronte alla Terza Sezione della Corte dei Conti visto che le uniche a proseguire nel giudizio sono state Hbg e Bplus condannate oggi a pagare  – in appello – rispettivamente  72 e 335 milioni di euro. gr/AGIMEG