Ludopatie, sen. Zizza (FI-Pdl): “Ministero Salute faccia luce sulle dimensioni del fenomeno”

Quanti sono i soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico e quali tipologie vengono prese in carico dai Sert? E’ uno degli interrogativi che il senatore di FI-Pdl Vittorio Zizza rivolge in un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della salute. Zizza chiede inoltre di sapere “se il Governo sia a conoscenza della metodologia adottata dal Dipartimento politiche antidroga per la stima dei soggetti affetti da GAP”; “se consideri attendibili i dati diffusi” dalle viarie associazioni e sigle sindacali, e “quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di garantire la diffusione di metodologie statisticamente rilevanti e scientificamente attendibili”; e “a quanto ammonti la spesa sostenuta dallo Stato per il contrasto di tale patologia, quali siano le misure previste per combattere il fenomeno della ludopatia e quali siano i risultati ottenuti”. Il Senatore sottolinea che il “gioco d’azzardo viene descritto dai mezzi d’informazione come un fenomeno dilagante e in continua ascesa”, tuttavia  “non esistono dati ufficiali nazionali sulla ludopatia”. E ancora, “periodicamente vengono pubblicati da soggetti diversi studi e dati sull’entità del fenomeno che appaiono con tutta evidenza di scarsa attendibilità statistico-scientifica; il Dipartimento politiche antidroga (DPA) della Presidenza del Consiglio dei ministri nella relazione al Parlamento del 2013 ha dichiarato che ben 7 Regioni non sono state in grado di trasmettere i dati riepilogativi sui soggetti affetti da GAP nel proprio territorio. Limitatamente alle Regioni che hanno trasmesso i dati, nel 2012 il Dipartimento ha segnalato 5.138 soggetti risultati in trattamento per la patologia”. Zizza ricorda poi i dati diffusi dal Conagga (in Emilia-Romagna i giocatori in cura erano 606 nel 2012, e 785 nel 2013), e da Alfio Lucchini, presidente di Federserd (nel 2012 non vi erano più di 7.000 persone in cura e “che la dimensione massima della popolazione con potenziali problemi – non malati o dipendenti ma potenzialmente a rischio – era di 600-700.000 unità). Una serie di associazioni e sigle (“Acli, Adusbef, Alea, Anci, Anteas, Arci, Auser, Avviso pubblico, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Federconsumatori, FeDerSerD, Fict, Fitel, fondazione PIME, gruppo Abele, InterCear, Libera, Uisp”), “spesso richiamando l’uno le stime elaborate dall’altro come “dato ufficiale”, per lo stesso periodo, riferiscono di un milione e mezzo di cittadini malati di GAP e di un costo tra i 5,5, e i 6,6 miliardi di euro annui”.  Il DPA “nel suo rapporto annuale”, ha invece asserito che “la dimensione del GAP in Italia “è difficilmente stimabile in quanto, ad oggi, non esistono studi accreditati, esaustivi e validamente rappresentativi del fenomeno”. E Zizza scrive ancora che  “ad oggi i servizi per le tossicodipendenze (SERT) registrano la presa in carico non solo del soggetto malato di GAP, ma anche di tutti i suoi familiari, con la conseguenza di non riuscire a determinare il numero dei soggetti realmente affetti da ludopatia”, e conclude che “l’assenza di una chiara definizione e individuazione dei soggetti affetti da ludopatia, e quindi dei destinatari delle prestazioni, comporta il proliferare di una moltitudine di interventi non basati sulle evidenze scientifiche e fonti di sprechi e inefficienze”. lp/AGIMEG