Legge di stabilità, Beccalossi (Reg. Lombardia): “Lo stato non può far cassa con i giochi”

“Ancora una volta il Governo considera il gioco d’azzardo non come una piaga sociale da debellare, ma un pozzo senza fondo, dal quale attingere denaro per coprire i buchi di bilancio. Non è ammissibile che uno Stato lucri sulle debolezze delle persone fragili, per far quadrare i propri conti”. Lo dichiara l’assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo di Regione Lombardia Viviana Beccalossi, team leader per le iniziative contro le ludopatie, commentando le misure annunciate ieri dal presidente del Consiglio Renzi e contenute nella Legge di Stabilità.
“Aumentare le tasse sul gioco o addirittura estendere le concessioni – commenta Viviana Beccalossi – potrà forse servire a racimolare il miliardo di euro annunciato, ma è un provvedimento che va nella direzione opposta rispetto a quella presa in Lombardia con una legge coraggiosa, approvata ormai da un anno, con il consenso di tutte le forze politiche”. “Nella nostra regione – prosegue l’assessore – poniamo in essere provvedimenti molto restrittivi, che, se non vengono rispettati, sono puniti con sanzioni molto pesanti. Non solo, c’è anche un grande impegno socio-sanitario, infatti nelle nostre Asl si è al lavoro per aiutare le persone affette da questa dipendenza. A Roma, invece, sembrano quasi augurarsi che i giocatori corrano in massa a versare il loro obolo alle casse statali, noi ci stiamo battendo perché sempre meno famiglie si riducano sul lastrico a causa di una pericolosa abitudine che, con la nostra legge, abbiamo voluto considerare come una vera e propria malattia”.
“Il gioco d’azzardo patologico – conclude Viviana Beccalossi – si combatte impedendo il proliferare delle macchinette mangiasoldi a ogni angolo delle nostre città e, se proprio si vuole usare la leva fiscale, diminuendo le tasse ai negozianti che rinunciano alle entrate garantite dalle slot. Ieri, invece, il presidente Renzi ha confermato, come recita un noto slogan, di voler ‘vincere facile’. Uno Stato che lo fa approfittando della debolezza della gente, a noi non piace”.