Ippica, Tar Lazio: “Vicino l’accordo tra agenzie e Ministeri sui minimi garantiti”

E’ “in via di conclusione il procedimento teso alla definizione a mezzo di un accordo transattivo” per risolvere l’annosa questione dei minimi garantiti. E’ quanto scrive la Seconda Sezione del Tar Lazio – prendendo atto di quanto asserito dall’Avvocatura di Stato – in un’articolata ordinanza in cui respinge la richiesta di sospensiva avanzata da un’agenzia ippica contro il provvedimento con cui i Monopoli di Stato hanno respinto la richiesta di compensare debiti e crediti. Il Collegio infatti chiede “una dettagliata relazione dell’amministrazione” sulle trattative in corso, incarico che l’ADM dovrà eseguire entro 60 giorni. Il Collegio – dopo aver sottolineato anche che  l’agenzia “avrebbe avuto la possibilità di formulare istanza di rateazione dell’imposta unica presso il competente Ufficio territoriale” – fissa l’udienza di merito all’8 febbraio 2017.

La vicenda dei minimi garantiti è stata al centro di un lungo contenzioso giudiziario. Si tratta in sostanza  dell’importo di prelievo fiscale che le agenzie ippiche avrebbero dovuto garantire a prescindere dal volume di scommesse raccolte. Le agenzie  – anche grazie a una serie di pronunce giudiziali e a un lodo arbitrale – non hanno pagato i minimi per diversi anni, accumulando un debito di circa 100 milioni di euro. Il Tar Lazio con una serie di sentenze emesse a partire dal 2009 ne ha dichiarato però l’inesigibilità fino all’adozione delle cosiddette misure di salvaguardia. Nel 2012, il Governo con il decreto Semplificazioni (decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16) ha stravolto il giudicato, in sostanza riconoscendo alle agenzie uno sconto del 5% sull’importo dovuto. Le agenzie si sono quindi nuovamente rivolte al giudice amministrativo che – nel gennaio 2013 – ha chiesto l’intervento della Corte Costituzionale. La Consulta si è pronunciata nel novembre di quell’anno, censurando il fatto che il Governo avesse stabilito in maniera rigida (il 5%) l’importo dello sconto. La Consulta ha infatti parlato di “un’evidente rottura della conseguenzialità logica tra la pretesa di pervenire a un equilibrato riassetto delle prestazioni economiche dei concessionari e la fissazione del tetto in modo apodittico”. Senza alcun limite, i negoziati sono quindi potuti ripartire. gr/AGIMEG