Ippica, Società Corse: “Senza Convenzione da gennaio. Mipaaf si prenda responsabilità di chiudere il settore”

Il Ministero dell’Agricoltura non ha ancora inviato agli ippodromi la Convenzione che deve regolare il rapporto economico/giuridico per il 2016. Lo denunciano le associazioni  Ani, Coordinamento Ippodromi, Federippodromi e Uni, puntualizzando che a aggravare la situazione c’è il fatto che “la Corte dei Conti ha osservato l’illegittimità dell’accordo “decretato” dal MIPAAF” e di conseguenza le società di corse “svolgono la propria attività dall’inizio del 2016 senza contratto. La scelta del MIPAAF di programmare e far svolgere l’attività ippica in assenza di un regolare rapporto contrattuale con le società di corse, appare illegittima (possono ritenersi valide le autorizzazioni amministrative per l’esercizio dell’attività delle corse e per la raccolta delle scommesse?) e le ritengono il Ministero responsabile e complice consapevole di ogni conseguente situazione imprevista o evento dannoso. Le Società di corse, a norma di legge, considerano prorogato sotto ogni aspetto – compreso quello economico – il rapporto contrattuale in essere nel 2015. Il percorso intrapreso dal Ministero di procedere con “atti unilaterali” oltre ad essere in contrasto con il dettato del Consiglio di Stato, come interpretato dalla Corte di Cassazione e dall’Agenzia delle Entrate, snatura l’istituto “dell’accordo sostitutivo” che prevede una attiva partecipazione della “parte privata” nel “procedimento amministrativo” e che si basa sulle norme del Codice Civile in tema di “Contratti ed Obbligazioni”. Nel corso del 2015 il Ministero ha modificato più volte l’impostazione dei rapporti: prima “sovvenzione” poi “corrispettivo” e poi nuovamente “sovvenzione”. Tutte decisioni che hanno visto più di un rilievo da parte della Corte dei Conti”.

Le Società di corse ribadiscono quindi che “qualsiasi riduzione delle risorse (che sono già dimezzate rispetto al 2011) non è accettabile perché comprometterebbe la continuità aziendale delle società – le perdite abbatterebbero il patrimonio netto – e non si potrebbero garantire, al pubblico ed agli operatori, servizi idonei e nel rispetto delle normative sulla sicurezza. Si comprometterebbe, altresì, la normale raccolta delle scommesse. Il MIPAAF, con l’adozione di atti (anche unilaterali) che prevederebbero risorse insufficienti, si assumerebbe la responsabilità della “chiusura” del settore con gravi conseguenze su migliaia di “famiglie” e per la vita dei “cavalli”. lp/AGIMEG