ICE, Denise Coates (joint chief executive Bet365): “Monitoriamo i comportamenti dei nostri giocatori per aiutarli ad avere un rapporto sano con la loro passione”

dai nostri inviati a Londra – Nata a settembre del 2012, la Bet365 Foundation ha come scopo quello di distribuire fondi a supporto di iniziative benefiche locali, nazionali ed internazionali. Denise Coates, joint chief executive di Bet365, ha spiegato il proprio impegno nella Fondazione, sottolineando che “mi piace supportare progetti tangibili e che possono davvero fare la differenza”. Bet365 ha contribuito per la fondazione con 116 milioni di sterline. “Stiamo imparando e migliorando continuamente – ha dichiarato Denise Coates – Vorrei proprio che Bet365 Foundation abbia un impatto positivo a lungo termine e che sia in continua evoluzione”. “Nonostante i grandi investimenti, la nostra intenzione non è quella di cercare pubblicità”, ha continuato la Coates. Riguardo il controllo dei giocatori, Bet365 ha adottato le prime iniziative già a novembre 2014: “fondamentalmente monitoriamo il comportamento dei nostri giocatori – ha continuato l’ad di Bet365 – e, a seconda delle loro azioni, comunichiamo con loro in diverse maniere”. Un utente potrebbe essere contattato tramite un messaggio via web o richiedendogli di completare la propria autovalutazione. “Negli ultimi tre mesi abbiamo avuto circa 17 mila contatti con i giocatori del Regno Unito. Speriamo che questo possa aiutare i nostri utenti a capire come giocano e come mantenere sotto controllo le proprie giocate, anche attraverso gli strumenti che mettiamo loro a disposizione. Addirittura, quando necessario, prendendo un periodo di pausa da gioco o autoescludendosi”. Ma Bet365 opera a livello mondiale in diversi stati. Come si possono quindi applicare gli stessi parametri di controllo nelle diverse giurisdizioni? “Guardiamo ovviamente – ha concluso Denise Coates in un’intervista rilasciata a GIQ – a quei parametri standard che possono essere comuni nei vari paesi. Più in generale, proviamo ad implementare quelle azioni che pensiamo siano le migliori per un gioco responsabile in tutte le nostre giurisdizioni. Quando siamo arrivati in Australia, ad esempio, nel 2012, non veniva richiesto nessun controllo personale riguardo i limiti di deposito sui conti, ma noi li abbiamo applicati ugualmente. Gli enti regolatori in Danimarca e Spagna, invece, hanno implementato gli schemi di autoesclusione nel gioco online e noi ne abbiamo incoraggiato l’introduzione nel Regno Unito ed in altri Paesi”. es/AGIMEG