Giochi, i dettagli dell’Operazione ‘Imitation Game’: associazione a delinquere transnazionale, il server per l’attività parallela in Florida

All’esito di articolate indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma a contrasto della presenza  della criminalità organizzata nel settore dei giochi  e  delle  scommesse,  alle  prime  luci  dell’alba il  Servizio  Centrale  Operativo (SCO) della  Polizia  di  Stato,  la  Squadra  Mobile  della  Questura  di Roma e
il  Servizio  Centrale  Investigazione  Criminalità  Organizzata  della Guardia  di  Finanza  (SCICO)  hanno  eseguito un’ordinanza  di  custodia cautelare  in  carcere, emesse  dal Giudice  delle  Indagini  Preliminari  del Tribunale capitolino, nei confronti di n.11 persone. Per  tutti  la  contestazione  è  l’associazione  a  delinquere a   carattere transnazionale   volta   a commettere   una   serie   indeterminata   di   reati attraverso  una  rete illegale di  gioco  on  line, aggirando,  in  tal  modo, la normativa  di  settore e omettendo fraudolentemente  il  versamento  dei tributi erariali per la concessione di gioco, al fine di realizzare plurime truffe ai danni dello Stato. Secondo quanto si legge in un comunicato della GdF, per  il  solo  Tancredi  Luigi,  considerato  il  vertice  dell’organizzazione criminale, è stata altresì riconosciuta l’aggravante “mafiosa” ex art. 7 della legge  n.  203  del  1991, poiché  ha  avvantaggiato il  clan  dei  Casalesi, nell’affermarsi nel settore delle scommesse illecite on line. Il  Tribunale  di  Roma,  a  seguito  di specifici  accertamenti  patrimoniali condotti  dalla  Guardia  di  Finanza,  ha  inoltre  disposto  il  sequestro  di numerosi    beni    mobili    ed    immobili    riconducibili    direttamente    o indirettamente  ai  principali  indagati, per  un  valore di  circa  10  milioni  di euro, tra i quali spiccano società che hanno tra i propri asset sale giochi e attività di ristorazione oltre ad autovetture, correnti e depositi bancari. Spiccano  le  figure  di Femia  Nicola, importante boss ‘ndranghetista che dalla  provincia  di  Ravenna  dirigeva, sul  territorio  nazionale  ed  estero, un’intensa attività illecita nel settore del gioco  on line e delle videolottery e di Tancredi Luigi, detto anche “il re delle slot”,  soggetto  referente  per le  mafie,  soprattutto  quelle  calabresi  e  campane,  per  la  gestione  dei  siti illeciti per le scommesse sul web, non autorizzati dall’Amministrazione per i Monopoli. Il Tancredi -figura già nota alle cronache giudiziarie -è risultato essere l’indispensabile cerniera tra gli interessi della criminalità  organizzata  nei forti  guadagni  derivanti  dal  gioco  illecito  ed  il  mondo  della  tecnologia informatica,  in  virtù  delle  sue  capacità  di  realizzare  “chiavi  in  mano” risorse web dedicate al gioco online. Lo  stesso,  infatti,  è  uno  dei  più  noti  imprenditori  del  settore  economico della raccolta del gioco in rete ed è molto conosciuto in campo nazionale ed internazionale per aver avviato dei veri e propri casinò virtuali, molti dei quali, nella home page, contengono estremi di concessioni asseritamente rilasciate   da   autorità   governative   di   Paesi  caraibici,   notoriamente  considerati “paradisi fiscali”. In  tale  ottica,  il  Tancredi,  pur  non  essendo  affiliato  direttamente  a nessun  clan,  si  è  rivolto  a  soggetti  appartenenti  ad  organizzazioni  di stampo mafioso a l fine di poter garantire una diffusione più rapida del suo “prodotto”, consentendo agli stessi di ottenere ingenti guadagni illeciti ed aumentando   i   suoi   stessi   profitti.   Anche   in   considerazione   delle metodologie mafiose tipiche dei sodalizi cui prestava la propria opera, ha ricoperto  un  ruolo  primario,  e  quasi  monopolistico,  nella  gestione  dei cosiddetti “totem” per le scommesse via web. Le  indagini – avviate  dalla  Squadra  Mobile  di  Roma  all’indomani  del tentato   omicidio   in   pregiudizio   di   Aragona   Fabio   Massimo, avvenuto  il  18  aprile  2011  in  località  Ostia  Lido  e  convergenti  con analoghe   investigazioni   condotte   dalla   Compagnia   di   Nola   e   dallo S.C.I.C.O.  della  Guardia  di  Finanza – hanno  delineato  un’associazione  a delinquere   finalizzata   al   gioco   d’azzardo,   aggravata   dalla   finalità agevolatrice  di  tipo mafioso,  operante  su  tutto  il  territorio  nazionale  ed all’estero,  della  quale  Tancredi Luigi  risulta  essere  il  promotore  e l’organizzatore.  In  particolare  l’organizzazione  attraverso  la  creazione  di un sito illegale per il gioco del poker online denominato dollaropoker, con server e struttura di gestione situati all’estero, riusciva ad introitare ingenti guadagni  illeciti  che  venivano  successivamente  versati  su  conti  correnti esteri per poi rientrare in Italia attraverso l’acquisizione di immobili. La  struttura  ideata,  organizzata  e  diretta  dal  ”re  delle  slot”  aveva  la caratteristica di essere di tipo verticistico e piramidale, al cui apice vi era lo  stesso  Tancredi che  intratteneva  rapporti  diretti  con  i cosiddetti National,  costituenti  il  livello  più  alto  dell’organizzazione.  Ai  National facevano  quindi  riferimento  i Regional che  provvedevano  al  ritiro  delle  somme  di  denaro  dai Distretti i  quali,  a  loro  volta,  provvedevano  alla raccolta dai Club Manager,gli unici ad avere rapporti diretti con il “player” finale  il  quale,  per  accedere  al  gioco on  line,  doveva  corrispondere  in anticipo  all’organizzazione  una  somma  di  denaro  che  veniva  poi accreditata  in  un  conto  virtuale  anche  mediante  trasferimento  con  carte prepagate  poste-pay.  Ciascun  livello  era  destinatario,  quindi,  di  una precisa quota di profitti. Il “server” che gestiva il gioco on – line  era  ubicato  a  Tampa  in  Florida, mentre in Romania aveva sede la società rumena “Dollarobet srl”, ove fisicamente  vi  lavoravano sia  il  personale dell’assistenza al  sito sia  gli “esperti informatici” che avevano la possibilità di accedere direttamente sul server. Alle  risultanze  investigative  si  sono  aggiunte  le  dichiarazioni  di  alcuni collaboratori di giustizia che hanno confermato il forte interessamento dei clan  camorristici  per  il  settore  del  gioco  illegale on  linee  la  progressiva acquisizione del controllo di tale attività illecita su intere fette del territorio nazionale.  I  proventi  delle  attività  venivano  infatti  versati  mensilmente  ai “casalesi”  facenti  capo  a  Zagaria  Michele,  Iovine  Antonio  e Schiavone Francesco. L’attività  investigativa  condotta  ha,  altresì,  fatto  emergere  collegamenti  con la ‘ndrangheta per il tramite del pieno e diretto coinvolgimento del  sopra citato Femia Nicola, contiguo alla consorteria dei Mazzaferro di  Marina di Gioiosa Ionica. cr/AGIMEG