Giochi, Ricchiuti (Pd) a Agimeg: “in Calabria e Campania ancora forte l’impatto del gioco illegale. Se ogni comune fa regole diverse si procurano danni sociali ed economici”

La riforma del settore dei giochi non è più rinviabile, basta partire con pochi ma efficaci pilastri per mettere mano alla materia. Ne è convinta la senatrice del Pd, Lucrezia Ricchiuti, stilando ad Agimeg la sua agenda, a partire da due punti: “di sicuro la pubblicità è uno dei temi fondamentali, poi ce n’è un altro di cui si parla poco ed è il gioco illegale. Noi abbiamo legalizzato il gioco d’azzardo proprio per sottrarlo alla criminalità organizzata e poi di fatto in due regioni come la Campania e la Calabria lo stanno gestendo alla grande. Su questo punto il governo deve dire la sua: ho l’impressione che siano più i punti di gioco illegali che quelli regolarmente registrati. Voglio farmi carico del problema legalità e portare avanti questa battaglia”. Insomma, “già se riusciamo a mettere un paio di paletti la riforma del settore inizia a prendere forma”. Ricchiuti fa parte della commissione Finanze del Senato, da sempre impegnata nella discussione di proposte di legge che riguardano il tema dei giochi. “Abbiamo appena fatto la programmazione dei lavori e al momento il ddl Mirabelli (Pd) di riordino della materia dei giochi non è ancora all’ordine del giorno, ma sicuramente il tema verrà affrontato. Sono stati presentati diversi disegni di legge qui in Parlamento sul divieto di pubblicità che dovremmo poi esaminare”. Si tratta delle tre proposte dei senatori Endrizzi (M5S), Crosio (Lega Nord) e Albano (Pd) che chiedevano lo stop alla pubblicità dei giochi. Un tema non più rinviabile riguarda la dislocazione delle slot sul territorio. La legge di Stabilità è molto chiara su questo punto: “entro il 30 aprile 2016, in sede di Conferenza unificata Stato, Regioni ed enti locali siano definite “le caratteristiche dei punti vendita dove si raccoglie gioco pubblico, nonché i criteri per la loro distribuzione e concentrazione territoriale, al fine di garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico, della pubblica fede dei giocatori e dei soggetti economici e prevenire il rischio di accesso dei minori di età”. Anche la senatrice non ha dubbi: “la mia impressione è che i Comuni non possano esercitare grandi pressioni sulla dislocazione delle sale. L’intento del comma della legge di Stabilità che prevede l’accordo in sede di Conferenza unificata credo sia stato inserito con l’intento di dare più peso alle Regioni. La normativa deve essere comune, se ogni ente locale rimane in balia di se stesso e delle proprie regole non fa che procurarsi danni non solo dal punto di vista sociale, ma soprattutto dal punto di vista economico: le risorse sono poche e i costi per gestire il tutto troppo alti. Il problema è molto grosso, spero sia solo la contingenza a non far affrontare il tema al governo, gli italiani si aspettano una risposta, mi auguro si possa intraprendere una strada severa di riforma” dar/AGIMEG