Giochi, Postiglione (Betclic) “Necessari intervento legislativo per cambiare l’imposta dal fatturato al margine, maggiore informazione per gli stakeholder e un’associazione di settore che rappresenti veramente tutti gli interessi”

“Il 2015 non è stato facile. il settore ha visto cambiamenti epocali, con un passaggio forte dalle scommesse pre-match alle live che hanno cambiato il modello business del settore sia online sia fisico”. A raccontare la realtà del gioco online in Italia è Francesco Postiglione, head of Italy di Betclic, durante la tavola rotonda in svolgimento a Salerno. “Con l’apertura del palinsesto invece ci siamo avvicinati alla richiesta internazionale degli scommettitori. Il 2016 ha lo stesso trend, con margini bassi per la filiera. Per quanto riguarda il casinò invece non ci sono grandi problemi. Sta crescendo di mese in mese”. Ma l’online italiano come può “combattere” l’offerta dei .com? “In Italia riusciamo ad offrire un buon 80% rispetto alle piattaforme .com. Entro il 2016 arriveremo al 100%. Sulla tassazione il discorso invece è diverso e più problematico. Spesso paghiamo imposte anche del 50% sulle scommesse live. Auspichiamo un intervento legislativo che cambi l’imposta dal fatturato al margine. I soldi che la filiera andrebbe a risparmiare, verrebbe in gran parte reinvestita anche per l’offerta e recuperati dallo Stato sotto forma di tassazione diretta e indiretta. Purtroppo però lo stato dell’arte ci dice che siamo tutti scontenti. Tre sono i problemi principali. Il primo è un problema di competenze tecniche a livello dello Stato, chi si occupa di giochi non se ne intende quasi per niente. Secondo: ci vuole una presenza più forte da parte dei Monopoli a livello di informazione. Bisognerebbe fare più campagne stampa per informare tutti gli stakeholder su cosa è veramente il gioco. Terzo: fino ad oggi non siamo riusciti a creare una vera associazione di settore che riuscisse a rappresentare i nostri interessi. Ci siamo frammentati, non uniti e auspico che si crei qualcosa di più forte rispetto a ciò che c’è ora. Infine – ha concluso Postiglione – una provocazione: il 70% dell’online italiano attuale, come ad esempio Bet365 e William Hill, è rappresentato da società che forse non hanno più di 3 dipendenti in Italia. Non vogliono entrare in Italia e non è solo per costo del lavoro, ma perché non si fida più di stare in Italia e non ha più la convenienza a mettere qui una sede stabile”. sb/AGIMEG