Giochi, la Procura della Repubblica modifica l’imputazione per il reato di peculato: pena applicata per un operatore che ha omesso di corrispondere i proventi delle giocate

G.Matica con l’accusa di essersi appropriato dell’importo residuo della raccolta ai danni della stessa, muta il proprio orientamento e modifica il capo di imputazione: da appropriazione indebita a peculato.
Come avvenuto in un precedente caso in cui il Tribunale di Cagliari ha condannato un ex gestore G.Matica a cinque anni di reclusione e al risarcimento del danno in favore del Concessionario per il reato di peculato continuato, G.Matica costituitasi anche questa volta parte civile per il tramite dell’Avv. Andrea Strata, ha sollevato la questione preliminare in udienza, evidenziando che anche in questo nuovo caso il denaro di cui si era appropriato il Gestore costituisce pecunia pubblica e che il terzo incaricato alla raccolta ricopre la qualifica di incaricato di pubblico servizio.
La Procura, resasi conto della fondatezza della questione sollevata dalla parte civile, ha manifestato al Giudice monocratico la necessità di modificare l’imputazione.
Il Tribunale, pertanto, ha rimesso gli atti alla Procura della Repubblica, al fine di procedere alla relativa contestazione del reato di peculato. Procedimento che si svolgerà, pertanto, dinanzi al Tribunale in composizione collegiale anziché monocratica.
L’Avv. Strata, intervistato in merito a questo nuovo procedimento, ha dichiarato: “Si tratta di un orientamento ormai consolidato, nell’ambito di giudizi aventi ad oggetto il mancato versamento degli importi residui di gioco ai Concessionari. Un importante deterrente nei confronti di quegli operatori che omettano di corrispondere i proventi delle giocate, tenuto conto della pena prevista per il reato di peculato (da 4 a 10 anni) e delle misure cautelari che la Procura può applicare ai danni degli autori del reato”.