Giochi, Grassi (Firenze) ad Agimeg: “Accordo governo-enti locali non sia solo una rivoluzione di facciata. Monopoli forniscano dati vlt, è un modo per controllare meglio chi non rispetta le regole”

Il settore del gioco pubblico ha bisogno di un riordino complessivo. Ma non c’è più tempo per gli annunci o i falsi proclami, la riforma va fatta adesso e deve un segnale forte per combattere l’illegalità e la ludopatia. E’ netta la posizione del consigliere Sel, Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze riparte a sinistra, che affronta con Agimeg il tema a tuttotondo, partendo dalla trattativa in corso in tema di distribuzione dell’offerta sul territorio. “Che si debba trovare un accordo tra governo ed enti locali per ridurre la diffusione delle sale slot e azzerare gli apparecchi in bar e tabacchi è un obiettivo sicuramente condivisibile. Però non deve realizzarsi riducendo i controlli o azzerando le distanze dai luoghi sensibili, altrimenti sarà solo una rivoluzione di facciata”. Insomma, l’obiettivo da raggiungere “è una riduzione dell’offerta sul territorio, ma per far questo serve un giusto equilibrio tra le parti. Non vorrei che questo accordo di tramutasse nell’ennesimo specchietto per le allodole, il settore ha bisogno di una vera riforma”. Quanto alla divisione delle competenze tra Stato centrale ed enti locali una volta trovato l’accordo, il consigliere rileva che “i poteri di pianificazione di queste attività, degli orari e delle nuove aperture e degli spostamenti delle sale sul territorio devono essere affidate non solo alla Questura – che è necessario faccia tutti i controlli sulla gestione del denaro e delle eventuali illegalità – ma anche a Regioni ed enti locali, che hanno il diritto e il dovere di poter pianificare le attività sul proprio territorio senza imposizioni numeriche e di localizzazione da soggetti terzi. Lo Stato ha l’obbligo di controllare e verificare il rispetto della cornice normativa in materia”. Di recente il Comune di Firenze ha emanato un’ordinanza che limita l’orario di accensione degli apparecchi da intrattenimento dalle 11 alle 16. Crede che la riduzione degli orari possa in qualche modo disincentivare il gioco compulsivo? “Nonostante io sia all’opposizione, abbiamo chiesto e preteso dal sindaco Nardella quella ordinanza. I controlli devono essere oltre che svolti dalla Polizia Municipale per quel che riguarda le sale senza vlt; abbiamo poi proposto che il Comune chieda di avere i dati direttamente dai Monopoli perché quel tipo di apparecchi essendo collegati alla rete nazionale possono essere controllati da remoto in qualunque momento senza bisogno di un controllo fisico. In questo modo avremo anche un dato certo e dimostrabile qualora rimanessero accese oltre l’orario consentito”. L’ordinanza di Firenze ha fatto scalpore, tant’è che diverse sale hanno già fatto causa al Comune: “siamo in attesa di capire cosa succede all’ordinanza”, aggiunge. Se è vero che il settore viene usato dallo Stato per far cassa, per Grassi il gettito fiscale non deve far dimenticare che le vere priorità sono la lotta all’illegalità e la tutela della salute. “Il contrasto alla criminalità organizzata deve continuare qualunque sia il sistema di gestione del gioco d’azzardo: contrariamente ad altri settori non è liberalizzandolo del tutto e rendendolo accessibile liberamente che si risolve l’annosa piega sociale ed economica del gioco d’azzardo”. Quanto alla prevenzione, il consigliere ricorda la recente mozione del Pd approvata dalla Regione Toscana, con cui si chiede che vengano messa a disposizione dei giocatori le informazioni sulle reali possibilità di vincita e di perdita del denaro giocato. In sede di Conferenza Stato-Regioni sarà sollecitata l’introduzione dell’obbligo dell’inserimento della tessera sanitaria per giocare alle slot: “non c’è bisogno di una misura repressiva, basta una sorta di controllo sul giocatore. I dati sui malati di ludopatia sono sottostimati, noi puntiamo alla prevenzione, prima che si arrivi alla malattia”. dar/AGIMEG