Giochi, Gori (sindaco Bergamo): “E’ importante contributo enti locali per regolamentare settore”

“Non basta un Comune, bisogna lavorare su una scala più ampia se c’è un limite nel nostro lavoro è stato proprio quello di allargare il ragionamento sull’azzardo solo in un secondo momento. Lo stato ricava 10 mld di euro dall’azzardo e quindi capisco che possa essere difficile rinunciare, ma i costi che produce sono rilevanti, costi che sono sulle spalle delle comunità locali. Per questo è importante che gli enti locali facciano qualcosa e devo dire che su questo argomento c’è totale sintonia con la nostra Regione, una cosa che non è affatto scontata. Abbiamo iniziato tanto tempo prima attraverso azioni di prevenzione e formazione sull’azzardo e creando una rete di supporto, con la collaborazione di istituzioni, associazione e anche media”. E’ quanto afferma il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, spiegando ai colleghi sindaci dei comuni limitrofi la strategia della sua amministrazione comunale in tema di gioco d’azzardo. Il primo cittadino è poi entrato nel dettaglio del regolamento approvato poche settimane fa dalla Giunta, rilevando che “la nostra Regione è molto ‘avanzata’ materia di legislazione ma sulle distanze, ad esempio il problema è che la legge non è retroattiva e che in alcuni casi le concessioni non partono dalle amministrazioni, ma dalle questure. Il nostro regolamento cerca di colpire i giochi che portano ad una compulsività, non ad esempio, il totocalcio, il lotto ed il superenalotto perché hanno cadenze di gioco periodiche e non il bingo, perché queste sale sono luoghi di aggregazione. E’ fondamentale che non sia solo il Comune capoluogo a fare il provvedimento, altrimenti si rischia una ‘migrazione’ dei giocatori nei paesi limitrofi ed è fondamentale fare una campagna di comunicazione, non aggressiva, ma efficace e che semplicemente mostri la possibilità di uscire da questa patologia”. dar/AGIMEG