Giochi, GdF Palermo sequestra beni ai boss Graziano. Imponevano il pizzo sulle slot

La Guardia di Finanza del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Palermo sta eseguendo, nelle provincie di
Palermo ed Udine, un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Palermo (Sezione Misure di Prevenzione), presieduto da Giacomo Montalbano, nei confronti di alcuni eredi di Giovanni e Domenico
Graziano. Il sequestro, del valore di oltre sette milioni di euro, giunge al termine del relativo procedimento di prevenzione, avviato dalla Sezione specializzata della Procura della Repubblica di Palermo, diretta dal Procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Bernardo Petralia, “a seguito delle minuziose indagini svolte dagli appartenenti al Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, ed operate sull’intero territorio
nazionale”. Il provvedimento riguarda 81 beni immobili, 4 società, un autoveicolo e un’imbarcazione e colpisce Camillo, Massimiliano e Roberto Graziano, nipoti del più noto Vincenzo, attualmente detenuto al regime del 41 bis. Dalle indagini è inoltre emerso che Roberto Graziano, fu Giovanni, emerso nell’ambito dell’indagine ”Apocalisse” e di recente condannato a 9 anni e 4 mesi per associazione mafiosa, estorsione e concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, “interagendo con gli altri esponenti del mandamento di Resuttana e della famiglia di Torretta, secondo il giudicato di primo grado, aveva imposto agli esercizi commerciali le slot machines di società contigue e, contestualmente, il pagamento del pizzo per ogni macchina allocata. L’operazione sottolinea, ancora una volta, come, grazie alla sua struttura organizzativa, formazione professionale ed esperienza operativa, la Guardia di Finanza si caratterizza quale importante strumento di polizia economico-finanziaria da indirizzare anche all’individuazione e all’aggressione dei patrimoni illeciti per una più efficace lotta al crimine organizzato, a tutela dell’imprenditoria sana”. dar/AGIMEG