Giochi: Francesco Vergine (Anci), “Se con la Delega si dovessero comprimere i poteri dei Comuni, pronti a fare ricorso alla Corte Costituzionale”

Se il Governo con la Delega comprimesse eccessivamente i poteri di Comuni e Regioni per arginare le ludopatie, “l’unico strumento possibile sarebbe un nuovo ricorso alla Corte Costituzionale”. Lo ha detto a Agimeg Francesco Vergine, membro del tavolo tecnico Anci (l’associazione nazionale dei comuni italiani) e vicesegretario generale del Comune di Venezia, Vergine ha affermato che “E’ naturale che i Sindaci abbiano cercato di limitare la diffusione del gioco: sono loro i primi destinatari delle preoccupazioni dei cittadini”. Ma ha anche riconosciuto che “Una norma nata per altre finalità – quella del TUEL che consente ai sindaci di disciplinare gli orari di apertura degli esercizi, – è stata piegata alla repressione del gioco, sebbene non abbia nulla a che vedere con una simile finalità. Dovrebbe servire infatti a scandire i ritmi di vita di una comunità”. Negli ultimi anni, poi, grazie all’approvazione di una serie di leggi regionali per il contrasto delle ludopatie, “i sindaci hanno potuto fondare i propri provvedimenti su una base normativa differente”. Ma appunto con il decreto delegato si sta cercando di arginare questo potere: le leggi regionali hanno infatti determinato una frammentazione normativa sui giochi, alcune hanno di fatto impedito completamente l’apertura delle sale. Tuttavia, “la Delega trascura completamente gli interessi che i Comuni vengono chiamati a tutelare, come quello alla salute, e i problemi di carattere sociale” ha spiegato Vergine a Agimeg. “La cosa migliore sarebbe introdurre nel decreto delegato una forma di coordinamento delle autorità locali: Asl, Comune, Prefettura, Questura. Sarebbe un modo per riuscire a conciliare tutti gli interessi coinvolti. Altrimenti veramente si corre il rischio di tornare di fronte alla Corte Costituzionale”. Tuttavia, un simile meccanismo potrebbe produrre una frammentazione normativa simile a quella attuale: “Le competenze però sono queste, e non possono essere travalicate, perché vengono definite dalla Costituzione”. La Delega fa riferimento alla Conferenza Stato-Città come strumento di per conciliare i vari interessi in gioco: “Auspicherei una sede operativa sul territorio, su base provinciale, che dia un coordinamento sul territorio” obietta Vergine, ma “Trovando le modalità giuste potrebbe essere una soluzione anche a una sede di confronto unica per tutto il Paese”. lp/AGIMEG