Giochi, Fanelli (dir. giochi Adm) “Bisogna sfatare luoghi comuni e fatta chiarezza sui giochi: il riferimento giusto è il volume d’affari, dal quale allo Stato va oltre il 50%”

“Sul mondo del gioco ci sono luoghi comuni su cui va fatta chiarezza”. E’ quanto dichiarato da Roberto Fanelli, direttore per i giochi di Adm nell’intervento alla Tavola rotonda “La realtà del gioco lecito in Italia” organizzato dall’Osservatorio Internazionale sul Gioco e dall’Università di Salerno, in corso di svolgimento a Salerno. “L’amministrazione – ha continuato Fanelli – ha come compito quello di cercare di fornire informazioni, poi ognuno ne può fare l’uso che vuole e costruire le opinioni che vuole. Ma è importante che le informazioni siano le più corrette e complete possibili. Si parla di un settore tra i primi dell’economia azionale, si parla di un volume di gioco di 85 miliardi, ma il settore del gioco ha una particolarità che nessun altro settore ha: l’80% del volume giocato viene restituito sotto forma di vincita. Come riferimento deve essere la spesa dei giocatori non il volume di gioco. Quelli del gioco sono numeri importanti anche per gli investimenti che vengono fatti, ma il riferimento giusto da prendere è la spesa ed il volume d’affari delle imprese, dati molto distanti dal volume di gioco. Il reale volume d’affari del settore è stato, nel 2014, di 17/17,5 miliardi di euro, valore molto distante dagli 85 miliardi del totale giocato. E gli 8 miliardi per l’Erario rappresenta più o meno la metà del volume d’affari ed è un elemento da tenere conto. Sono cifre importanti da prendere nella giusta dimensione. Spesso nel dibattito sui media questi dati si perdono e si fa confusione. In realtà non parliamo del 10% del volume di gioco che va allo Stato, ma circa il 50% del volume d’affari”. Il settore ha continuamente attacchi politici e mediatici. Come si può invertire questa tendenza? “Quello che possiamo fare noi – ha continuato Fanelli – è cercare di fornire un’informazione precisa e corretta. Poi il mercato, i media, le istituzioni la possono interpretare come meglio ritengono. Per dare un contributo di chiarezza è importante fornire numeri, statistiche e dati sul settore”. Il problema degli enti locali. Si arriverà ad una soluzione con una normativa generale? “E’ un problema importante, condizionante anche di altri problemi. Avere diverse regolamentazioni territoriali porta quasi ad una “discriminazione” territoriale. Non è possibile che ci siano zone in cui io posso investire liberamente ed altre dove non posso assolutamente investire. Questo problema ha risvolti importanti anche sugli investimenti. Una regolamentazione è indispensabile e spetta però alla parte politica, al Governo, ma anche alle parti centrali e locali. Ci auguriamo – ha concluso il direttore per i giochi di Adm – che si riesca a trovare un elemento che dia delle regole uguali per tutti sul territorio”. lp/AGIMEG