Giochi, botta e risposta Pd-M5S su regolamento Roma. Testo sarà approvato in 2/4 mesi

L’annuncio della sindaca di Roma, Virginia Raggi, di un imminente regolamento che disciplinerà l’offerta di gioco sul territorio romano ha scatenato un vero e proprio botta e risposta tra i vari schieramenti politici capitolini, in primis Pd e M5S. Raggi ha infatti annunciato che “il centro storico diventa off-limits. Si vieta infatti l’uso delle slot machine nei perimetri del centro e nelle aree pedonali o comunque interdette alla circolazione dei veicoli. Infine, si regolamentano gli orari di esercizio. Infatti, sarà possibile l’utilizzo degli apparecchi automatici di intrattenimento con vincite in denaro, le cosiddette new slot e Videolottery, dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22 mentre nei giorni festivi non sarà consentito”. Pronta la replica del Pd: “il vero dramma sociale del gioco d’azzardo a Roma si consuma in periferia – commenta la capogruppo Michela Di Biase -. E’ qui che usura e organizzazioni criminali dedite allo spaccio e al controllo della prostituzione esercitano il loro dominio. Peraltro anche numerose indagini giudiziarie confermano a Roma una presenza elevata del crimine organizzato nel circuito del gioco d’azzardo. Come Pd, già nella precedente consigliatura, abbiamo presentato una delibera di iniziativa consigliare che nel dettaglio risulta essere più restrittiva di quanto annunciato oggi dalla sindaca Raggi. Come partito democratico presenteremo quindi le nostre proposte”. Ma il M5S non ci sta: “il nuovo regolamento sulle sale slot a Roma riguarderà tutto il territorio della città. La distanza di 500 metri dai luoghi sensibili è prevista in tutti i municipi. Il divieto di slot-machine nel centro storico è un’ulteriore novità introdotta a tutela del decoro di un’area che, ricordo, è considerata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Ma lo stesso divieto varrà in tutte le altre zone pedonali della città, anche in quelle che realizzeremo finalmente nelle periferie per favorire la ricostruzione del tessuto sociale”. Il provvedimento, ora all’esame delle commissioni competenti, sarà inviato ai vari municipi e poi calendarizzato in Consiglio prima e in Aula successivamente. Secondo quanto apprende Agimeg da fonti del Campidoglio “entro due, massimo quattro mesi” vedrà la luce. dar/AGIMEG