Giochi, Baretta (sottosegr. Mef) a Rai Radio 1: “Riduzione slot è segnale di partenza per riforma settore. Il controllo degli apparecchi da remoto darà più sicurezza”

“In questo anno di lavoro abbiamo constatato che c’era stato un eccesso di offerta di gioco, soprattutto nel settore delle slot. La constatazione è che gli effetti sono gravi e pesanti, ora il governo ha deciso di cambiare linea e trovare un punto di equilibrio” tra entrate e tutela della salute. “Abbiamo fatto una scelta coraggiosa con la decisione di ridurre di almeno il 30% le macchinette, sto lavorando per accelerare i tempi e anticipare la riduzione delle slot entro il 2017, a cominciare da bar e tabacchi, i più esposti”. Si tratta di “una doppia riduzione, numero macchine e numero di punti di gioco”. E’ quanto afferma il sottosegretario all’Economia con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, intervenendo a Tra poco in edicola su Rai Radio 1. “Alla fine dell’anno scorso c’è stato un accaparramento non di macchine in uso, ma in magazzino per poter fare il ricambio in quanto la legge di Stabilità decide che da quest’anno si possono soltanto sostituire macchine, non aumentare. Quello che conta è che noi abbiamo deciso indipendentemente da questo movimento interno al mercato che dato il numero al 31 luglio 2015 di 380mila circa, riduciamo del 30% e lo faremo entro il 2017 scendendo quindi di 120mila macchine circa: questo è il punto di fondo su cui ci muoviamo”. Sulle modalità di gioco, il sottosegretario spiega che “la tecnologia consente anche di fare un’operazione, come noi pensiamo, di controllo da remoto: cioè tutte le macchine nuove saranno sostituite con macchine da controllo telematico dalla centrale e non saranno più taroccabili”. Baretta sottolinea che “non cambieranno la durata del gioco e soprattutto non ci sarà un aumento della vincita: resteranno le modalità di bassa giocata e bassa vincita, altrimenti diventerebbe un trucco, diventeremo stimolatori della ludopatia mentre il nostro è un approccio contrario”. Baretta ricorda poi che “in questo dibattito si rischia di non fare mai niente: non c’è stato un condono ma c’è un contenzioso: per esempio l’anno scorso abbiamo messo una tassa di 500 milioni, non hanno tutti pagato; ora stiamo perseguendo chi non ha pagato. Il punto vero è che c’è una svolta nella scelta e nella politica del governo rispetto al passato: c’è discontinuità e in questo senso la realizzazione di questo primo step – sono convinto tecnicamente ci sia spazio per un’ulteriore riduzione – inizia da bar e tabacchi, dal punto più sensibile”. Sulla ludopatia “abbiamo stanziato 50 milioni l’anno scorso, distribuiti proprio l’altro ieri in quota parte alle Regioni per avviare un piano; penso ne stanzieremo ancora. Io penso che riducendo l’offerta si riducono possibilità e propensione quindi in qualche modo è una strada, l’avvio di un percorso. Questo segnale di partenza darebbe la sensazione all’opinione pubblica che sta cambiando l’approccio complessivo verso un tema molto delicato”. dar/AGIMEG

Slot, Baretta (sottosegr. Mef) a Rai Radio 1: “La riduzione degli apparecchi va incentivata, non imposta”

“Sono effettivamente circa 90 miliardi il volume complessivo delle giocate nell’intera fascia di gioco che gli italiani mettono in campo ogni anno. Di questi il 75% circa ritorna in vincite, il rimanente 25% è distribuito così: circa il 15% alla filiera, tra concessionari, gestori e baristi e il restante 10% allo Stato”. E’ quanto afferma il sottosegretario all’Economia con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, intervenendo a Tra poco in edicola su Rai Radio 1. In merito alle conseguenze economiche che potrebbero ricadere sui bar a seguito della riduzione degli apparecchi, Baretta osserva che “per i bar poi dovremmo porci il problema (dei guadagni, ndr). Bisogna incentivare la riduzione delle macchinette, non soltanto imporla affinché si realizzi. Il gioco è una delle componenti della vita delle persone; negli ultimi anni ha rischiato di assumere un significato non normale: l’obiettivo di fondo che noi dobbiamo perseguire non è abolire il gioco – peraltro impossibile perché si rischia che venga gestito soprattutto dalla criminalità organizzata -, ma dobbiamo fare uno sforzo educativo che è quello di considerarlo una componente normale e minoritaria della vita delle persone. Per esempio rilanciare i giochi senza vincita è una delle cose che stiamo studiando. Per fare questo il punto di partenza è ridurre l’offerta: sappiamo che non è la soluzione complessiva ma è il passo che comincia a invertire la tendenza. I numeri di riduzione sono numeri che comporteranno una maggiore difficoltà a trovare sparse nel territorio le occasioni di gioco”. dar/AGIMEG