Giochi, Angelozzi (Pres. Acadi) ad Agimeg: “Meglio puntare su una maggiore responsabilizzazione dell’esercente, per il controllo del gioco minorile, piuttosto che sulla tessera del giocatore”

“Ci sono metodi più efficaci, più difficili da manomettere e meno costosi della tessera del giocatore. Bisogna per prima cosa dotare l’esercente di strumenti di controllo e, contestualmente, responsabilizzarlo”. E’ quanto spiega a Agimeg, Guglielmo Angelozzi, presidente di Acadi, l’associazione che ieri ha presentato il proprio Libro Bianco, avanzando una serie di proposte per rendere più sostenibile l’offerta di gioco. Tra queste, quella di dotare le awp3 di strumenti per limitare, su base volontaria, la spesa e il tempo massimo di una sessione di gioco. E appunto, quella di affidare al titolare del bar il compito di mediare l’accesso al gioco, abilitando di volta in volta le slot o direttamente ovvero attraverso la vendita di un ticket in cassa. “Prima di farlo ovviamente deve controllare il documento del cliente. E se un minore viene sorpreso a giocare, allora il punto vendita va chiuso” commenta ancora Angelozzi. “Va messo in piedi un meccanismo che responsabilizzi il titolare dell’esercizio, visto che è la persona più vicina al consumatore. Paradossalmente, la tessera del giocatore potrebbe avere l’effetto opposto: l’esercente, sapendo che c’è la tessera, sarebbe scaricato da responsabilità e non effettuerebbe controlli, mentre il minore – come avviene con i distributori automatici di sigarette – potrebbe utilizzare la tessera di un amico maggiorenne o di un genitore. Non è il modo per risolvere il problema, ma solo per fare comunicazione”.  E sul fatto che l’Associazione abbia formalizzato le proprie proposte pochi giorni prima della data – il 3 agosto – in cui il Governo dovrebbe siglare l’accordo con i Territori per risolvere il conflitto sulle leggi antigioco: “L’Acadi diversi mesi fa ha sentito la necessità di avanzare una proposta che fosse frutto di buonsenso e di know how di soggetti diversi. Il Libro Bianco infatti è il frutto di sensibilità diverse, maturate non solo dai concessionari ma anche da associazioni di settore e altri stakeholder che hanno provenienze molto diverse. Il tutto si è svolto in maniera scorrelata dalla Conferenza Unificata che all’epoca non era all’ordine del giorno, e non aveva un ruolo così pressante come oggi. Peraltro le proposte di Acadi hanno aspetti comuni ma anche sensibili differenze rispetto a quelle di cui si legge in questi giorni in relazione alla Conferenza Unificata. Il Libro Bianco, insomma, è uno strumento che speriamo abbia una sua utilità a prescindere dalla situazione contingente, con cui non deve essere messo in correlazione”. gr/AGIMEG