Giochi, accordo Stato-Regioni: la divisione in classi della sale, orari e tutela minori le criticità che potrebbero far slittare l’intesa. In caso di mancato accordo possibile una norma “ponte” per consentire lo svolgimento delle gare

Giornate intense per le commissioni Affari finanziari e Salute della Conferenza delle Regioni, impegnate in un’attenta valutazione del documento presentato dal sottosegretario Baretta durante uno degli ultimi incontri tecnici. Secondo indiscrezioni raccolte da Agimeg sembra proprio che questa certificazione di secondo livello tra sale di classe A e sale di classe B non piaccia agli enti locali: l’idea di gaming hall nei centri urbani, esenti dal rispettare il cosiddetto distanziometro dai luoghi sensibili, fa storcere un po’ il naso agli addetti ai lavori, preoccupati in primis a “tutelare la salute pubblica dei cittadini”. Le Regioni che in questi anni hanno legiferato per cercare di disciplinare il settore, rischiano così di “vedere disapplicate le proprie” leggi regionali. Baretta si è detto disponibile a definire insieme i criteri che caratterizzeranno questi locali, dalla ariosità al divieto di ingresso per i minori. Insomma, il governo ha fretta di chiudere ed è pronto a collaborare, ad accettare alcune condizioni e ha già sottolineato più volte che non ha intenzione di metter mano alle leggi regionali. Ora la decisione sta agli enti locali, Regioni prima di tutto. Durante il tavolo tecnico di ieri, sono “emerse altre due criticità” su cui le parti hanno discusso: gli orari di apertura e l’identificazione del giocatore. Alla proposta di Baretta di 12 ore di apertura al giorno, da organizzare in maniera autonoma, le Regioni hanno risposto a ribasso proponendo 8 ore; per quanto riguarda l’identificazione del giocatore, le amministrazioni locali vogliono la garanzia che i minorenni non riescano con alcun escamotage a entrare nelle sale di classe A, ma il governo teme che un eccessivo controllo spinga poi i giocatori di tutte le fasce d’età verso il gioco illegale. Si tratta di “due punti su cui stiamo discutendo, noi abbiamo fatto la nostra controproposta, il governo ha ribattuto. La priorità resta la definizione dei criteri per le sale” di classe A, spiegano ad Agimeg fonti presenti al tavolo tecnico: sta ora alle commissioni Affari finanziari e Salute e ai presidenti delle Regioni fare le ultime considerazioni ufficiali e decidere se chiudere domani. La commissione Affari finanziari si riunirà già oggi, mentre la commissione Salute ha convocato un tavolo tecnico per giovedì 28 luglio. I bandi per le prossime gare sono lì che aspettano, ma “chiudere domani ormai non è più una scelta tecnica, è una decisione puramente politica”, fanno sapere alcuni addetti ai lavori che hanno seguito i tavoli tecnici. Chissà se domattina prevarrà il buon senso o se anche stavolta si farà tutto all’italiana: un nuovo rinvio alla prossima Conferenza, prevista con ogni probabilità per il 3 agosto. Ma si fa già largo un’ipotesi politica ancora più agghiacciante: il rinvio della normativa sul riordino dei giochi a ottobre, dopo il referendum costituzionale, e una sorta di norma “ponte” per consentire almeno il normale svolgersi delle gare. dar/AGIMEG