Francia: scommesse ippiche in calo, PMU guarda all’estero

Finora risparmiato dalla crisi, il PMU sta iniziando a incontrare delle difficoltà. Nel 2012 la spesa dei francesi per le scommesse ippiche è scesa dell’1% e il calo è proseguito nel primo trimestre del 2013: una situazione che ha spinto il Ceo Philippe Germonde a trovare nuove soluzioni. Dal 2009, anno del suo arrivo in PMU, il manager è riuscito a raggiungere buoni risultati, diversificando l’offerta attraverso le scommesse sportive e il gioco on line. Nelle scommesse sportive on line il gruppo è il numero due sul mercato francese, con il 25% delle quote, mentre per quanto riguarda il poker on line è in terza posizione, con una fetta di mercato del 7%. Il problema riguarda il core business di PMU, ovvero le scommesse ippiche: nel 2012 il gruppo ha registrato un aumento, seppur modesto, dello 0,5%, dovuto alla vendita delle corse francesi all’estero; sul mercato francese le scommesse ippiche hanno segnato un -1%, mentre nei punti vendita PMU il calo è stato del 2%. Nei primi tre mesi dell’anno si è registrata una flessione del 3% che, depurata dagli effetti eccezionali (un giorno in meno di scommesse a febbraio e le cattive condizioni meteo) si attesta al -1,5%. Il PMU ha quindi iniziato un riflessione sulle proprie strategie, elaborando il piano “PMU 2020”, con l’obiettivo di tornare a crescere agendo su diverse leve: nuove tipologie di scommesse sulle corse per attrarre la clientela più giovane, il rinnovamento del sistema informativo, lo sviluppo della rete di punti vendita sul territorio francese. Ma l’attenzione di Germonde va soprattutto all’estero: attraverso accordi con operatori svizzeri, belgi, francesi e africani, oggi il PMU vende all’estero le corse francesi, un’attività che nel 2012 ha raccolto scommesse per 330 milioni di euro: l’obiettivo è far sì che entro il 2020 il 10% dei margini arrivi dall’estero. rg/AGIMEG