Delega Fiscale, decreto giochi. Basso e Giacobbe (PD), “serve una profonda modifica all’impianto istituzionale”

L’Intergruppo parlamentare sul gioco d’azzardo, che riunisce oltre 100 deputati e senatori di diverse forze politiche ha analizzato la bozza di Decreto Legislativo “per il riordino delle disposizioni relative ai giochi pubblici” previsto dall’art.14 della Legge di Delega Fiscale. “Abbiamo valutato – sottolineano gli onorevoli Anna Giacobbe e Lorenzo Basso – i contenuti e discusso di quali azioni realizzare, ancor prima che il Governo adotti lo schema di decreto, per correggere un testo i cui contenuti sono ad oggi troppo distanti dalle indicazioni della Legge Delega”. “Quella Delega – proseguono i due politici – infatti è stata il frutto di un lavoro che ha coinvolto associazioni, cittadini, amministratori locai e che ha puntato con chiarezza su alcuni elementi fondanti: tutela dei minori, inasprimento dei divieti di pubblicità, legge nazionale quadro a sostegno dei regolamenti comunali, riconoscimento dei movimenti e delle iniziative no-slot; tutti temi inseriti nella delega durante l’iter parlamentare e che hanno connotato il testo con una forte impostazione no-slot. Poiché l’attuale bozza di testo dei decreti non risponde agli elementi sopra esposti contenuti nella Delega, sottoscriviamo quattro punti essenziali contenuti nel Manifesto unitario delle Associazioni no-slot e rivendichiamo inoltre un ruolo del Parlamento e del sistema delle autonomie locali, oggi e nel futuro”. Quattro, quindi,  i temi essenziali sui quali i parlamentari chiedono maggiore chiarezza: “allo Stato spetta certamente il compito di dettare regole e limiti omogenei a livello nazionale, coprendo un vuoto che sino ad oggi c’è stato, agendo per diminuire la concentrazione dell’offerta di gioco, evitando i rischi che l’assenza di norme valide su tutto il territorio porta con sé; ma agli enti locali deve continuare ad essere riconosciuto il diritto/dovere di introdurre ulteriori e più forti argini alla presenza dell’azzardo sui propri territori; deve essere reso più forte il divieto di pubblicità: non ci si può limitare a “fasce” orarie protette, anacronistiche rispetto alla fruizione dei programmi destinati ai minori, ne ci si può limitare ad “fasce” protette poichè tutti sono toccati (un’altra fascia particolarmente esposta è quella degli anziani); non è l’industria del gioco che deve finanziare le cure dei giocatori d’azzardo patologici, è lo Stato che deve farsene carico, riconoscendo e rendendo fruibili i Livelli Essenziali di Assistenza, tassando con giustizia le aziende che gestiscono i giochi” e “occorre perseguire una più forte riduzione dell’offerta di gioco d’azzardo; un ruolo eccessivo dell’Agenzia dei Monopoli espone al rischio che si tenda comunque a salvaguardare le entrate fiscali piuttosto gli aspetti sociali e culturali, e di conseguenza al perdurare l’attuale fase di espansione dell’offerta” spiegano. “Va assicurata anche per il futuro – proseguono la Giacobbe e Basso – consci della velocità di evoluzione di nuovi giochi e di nuove tecnologie, la possibilità sia del Parlamento, sia del sistema degli enti locali, di dire la propria e di concorrere all’azione per limitare la diffusione dell’azzardo e dei danni sociali e sanitari correlati. Stabilire regole nazionali relative ad alcune apparecchiature e togliere potere ai sindaci è una impostazione sbagliata e va modificata: è necessaria una profonda modifica all’intero impianto istituzionale poiché il Decreto rinvia a regolamenti non definiti nel numero e nel tempo ed esenti dal parere parlamentare. Sulla base di queste considerazioni, abbiamo sollecitato al Governo di trasmettere dati (già richiesti da tempo), per valutare l’impatto delle norme previste; compito dell’Intergruppo è mettere a fattor comune le valutazioni sulla bozza ed individuare punti di convergenza sulle richieste di modifica; competerà poi ai singoli parlamentari e ai singoli gruppi politici definire una propria posizione politica e di merito”, concludono i due parlamentari. lp/AGIMEG