Ddl Stabilità: Servizio Bilancio chiede chiarimenti al Governo sui giochi. Con aumento PREU a rischio il gettito, difficile anche contare su adesione spontanea dei CTD a imposizione fiscale

Ddl Stabilità: Servizio Bilancio, dubbi su norme CTD. “Difficile adesione spontanea dei soggetti. 600 milioni di gettito, una previsione troppo ottimistica”
“La Relazione Tecnica associa ai commi dedicati al settore del gioco pubblico, complessivamente, un maggior gettito pari a 900 milioni di ero in ragione di anno, senza considerare gli importi che potranno essere acquisiti in seguito all’applicazione delle sanzioni previste”. E’ quanto si legge nella nota di lettura del Servizio Bilancio del Senato, in riferimento al ddl Stabilità 2015, licenziato dalla Camera e approdato il 1° dicembre a Palazzo Madama. Come specifica il Servizio Bilancio, però, “al momento del completamento del presente dossier, non risulta depositata la relazione tecnica aggiornata”, pertanto “le analisi qui presentate sono state effettuate sulla base delle relazioni tecniche riferite ai singoli emendamenti, del prospetto riepilogativo degli effetti finanziari aggiornato e sul materiale informativo trasmesso nel corso dell’esame presso la Camera dei deputati”. In riferimento ai commi sui giochi, il Servizio Bilancio pone alcuni dubbi e specifica che “appaiono necessari chiarimenti”. Con riferimento alla rete di raccolta del gioco gestita da operatori che sono privi di concessione statale, la Relazione Tecnica ricorda “che gli stessi esercitano una forte concorrenza nei riguardi dei concessionari statali, trovandosi peraltro in posizione di vantaggio: infatti non versano imposte all’erario sulla loro raccolta, non sopportano oneri di concessione, possono offrire ai giocatori – in quanto svincolati dal rispetto di regole predeterminate al riguardo, un palinsesto di gioco molto più ampio e variegato e offrono la possibilità di effettuate giochi on line che, invece, sono vietati per i punti vendita di scommesse fisiche della rete legale. Si precisa poi che la norma in esame intende estendere a detti soggetti una serie di obblighi e divieti che già valgono per i concessionari dello Stato e per la relativa sottostante filiera organizzativa (agenzie, punti scommesse). In particolare, la Relazione Tecnica provvede a stimare gli effetti finanziari di questo comma, ovvero la possibile entità dell’imponibile medio forfettario per ciascun punto di raccolta non autorizzato. Partendo dagli accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza e dagli Uffici dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, emerge che la rete degli operatori non autorizzati è principalmente localizzata nelle grandi aree urbane e nelle zone meridionali, dove la raccolta media è di gran lunga più alta. La raccolta media provinciale (elemento di riferimento per la determinazione dell’imponibile forfetario) viene considerata pari a circa 400.000 euro annui, come emerge dai dati ufficiali pubblicati sul sito dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Triplicando, come previsto dalla norma, il detto importo di 400.000 euro, si ottiene una ammontare medio pari a 1.200.000 euro che, moltiplicato per i 7.000 punti non autorizzati (prudenzialmente stimati), dà una base imponibile complessiva pari a 8,4 miliardi di euro. Applicando a tale base l’aliquota prevista dalla norma (8%) si ottiene un potenziale gettito pari a circa 672 milioni di euro; esso viene, ridotto, per ragioni di cautela, ad un importo di 600 milioni di euro”. A tale riguardo,il servizio Bilancio specifica: “non è chiaro in quale misura la RT faccia affidamento sull’adesione spontanea di un considerevole insieme di soggetti (circa 7.000) che attualmente esercitano l’offerta di gioco senza disporre di una concessione statale. Appare comunque quanto meno improbabile che si verifichi una piena adesione già dal primo esercizio. Non considera poi possibili variazioni in diminuzione della platea dei soggetti interessati nel tempo. La previsione del gettito atteso appare dunque eccessivamente ottimistica, soprattutto con riferimento al primo anno di vigenza della norma, e non calibrata rispetto ad un ragionevole assestamento del tempo. Il maggior gettito di 600 milioni annui derivante dal recupero a tassazione di un grande numero di soggetti che oggi ne sono di fatto esenti sembra rappresentare un traguardo ottimale al quale tendere a regime, piuttosto che un ammontare di gettito sul quale poter fare affidamento a partire dal primo esercizio di vigenza della disposizione in esame”. im/AGIMEG

 

Ddl Stabilità: Servizio Bilancio su aumento PREU. “Le scelte dei soggetti della filiera potrebbero determinare una riduzione non indifferente del gettito”

 

“Per quanto riguarda l’aumento PREU, con corrispondente riduzione del payout la Relazione Tecnica afferma che, prudenzialmente, non viene stimato alcun gettito quale effetto della norma. Ogni eventuale aumento di gettito, determinato annualmente a consuntivo, verrebbe poi attribuito al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. In relazione alle disposizioni in materia di apparecchi per il gioco con vincite in denaro non collegati alla rete statale di raccolta del gioco, si stima un maggior gettito pari a 300 milioni di euro, derivanti dall’accertamento di violazioni relative ad un numero di apparecchi scollegati pari a circa 1.550 per quelli AWP (con maggior gettito in misura di 135,8 milioni di euro circa) e dall’accertamento, per ciascun altro apparecchio, di 10.000 violazioni per circa 10 mila apparecchi (con presunto maggior gettito di 164,2 milioni di euro circa). La quantificazione è stata effettuata, coerentemente con quanto previsto dalle disposizioni, considerando rispettivamente la vigente aliquota del 13 per cento dal 1° gennaio al 31 marzo 2015, l’aliquota del 17 per cento a partire dal 1° aprile e l’aliquota del 3 per cento (definita dalla lettera b) del comma 24) su base annua”. E’ quanto si legge nella Nota di Lettura del Servizio Bilancio del Sento, in riferimento alla Legge di Stabilità 2015, approdata a Palazzo Madama dopo l’approvazione in prima lettura alla Camera il 30 novembre scorso. I tecnici di Bialncio si soffermano anche sulle norme riferite ai giochi pubblici, e contenute nel Ddl, esprimento necessità di chiarimenti, e alcuni dubbi sul reale recupero di gettito. “Appare opportuno che il Governo chiarisca se e in che misura sia stata effettuata un’analisi di tipo dinamico, considerando vari profili legati all’eventualità che il considerevole aumento del PREU per le new slot e per le videolottery, unitamente alla riduzione del payout, possa ragionevolmente incidere, almeno in parte, non solo sui comportamenti dei giocatori rispetto alle scelte da preferire, ma anche su quelli dei vari componenti della filiera, che potrebbero decidere di ridurre ovvero interrompere la propria attività, in relazione al notevole cambiamento di elementi determinanti ai fini dei profitti attesi. Sotto tale profilo, non sembra da sottovalutare l’esistenza di tempi tecnici per procedere alla necessaria ricertificazione di nuovi giochi che siano strutturati sulla base dei nuovi payout. Nelle more di tale operazione, – si legge -, gli operatori che si troveranno a corrispondere all’erario la nuova aliquota di PREU (più elevata rispetto a quella vigente) in presenza dei payout che non sono ancora stati corrispondentemente ridotti potrebbero potenzialmente effettuare scelte (in termini di riduzione dell’attività e degli addetti) tali da comportare ricadute negative sul gettito”. Rispetto al possibile effetto sostituzione da parte degli utenti, si evidenzia che “esso potrebbe sia dare luogo alla scelta di giochi diversi nell’ambito di quelli disponibili nella legalità, sia incrementare l’attitudine a rivolgersi a mercati non legali. Non appare quindi trascurabile l’ipotesi che possano verificarsi effetti indesiderati con riferimento all’entità del gettito atteso, se esso viene calcolato, come parrebbe, sulla base di un approccio di tipo essenzialmente statico. Potrebbe dunque non essere sufficiente il non considerare il maggior gettito atteso in relazione all’aumento del PREU ed alla riduzione del payout, in quanto non sembra potersi escludere che i comportamenti dei vari soggetti sui quali la norma produce importanti ricadute si rivelino tale da determinare una riduzione non indifferente del gettito attualmente riveniente dalle tipologie di gioco in esame”. Si rileva infine “che l’andamento della quantificazione degli effetti di gettito discendenti dall’applicazione del comma in questione, cifrato in 300 milioni per ciascuno degli anni di riferimento, non sembra tenere conto del fatto che, dal punto di vista concettuale, il numero di apparecchi non regolarmente collegati alla rete statale dovrebbe tendere nel tempo a diminuire, in conseguenza delle disposizioni dissuasive introdotte con il testo in esame. Non sembra, peraltro, che si sia tenuto conto del fatto che anche la legislazione vigente contempla specifiche attività di accertamento, anche se con basi imponibili presunte diverse; il maggior gettito andrebbe dunque calcolato per differenza e non già sulla base dell’intero importo forfetario ora stabilito in 1.500 euro giornalieri.

Nel complesso – conclude la Nota di Lettura – sembra che ciascuna delle aree di intervento presenti rilevanti elementi di criticità, tali da rendere poco verosimile l’acquisizione del considerevole maggior gettito associato alle disposizioni – pari, si ricorda, a 900 milioni di euro – soprattutto con riferimento al primo anno di applicazione”. im/AGIMEG

 

Ddl Stabilità: Servizio Bilancio, “Fondo ludopatie, Governo chiarisca la compatibilità con l’equilibrio finanziario del Sistema Sanitario Nazionale”

 

Il Servizio Bilancio del Senato ha esaminato anche il comma 102 del Ddl Stabilità, così come modificato alla Camera, quello che dispone che, nell’ambito delle risorse destinate al finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale, una quota pari a 50 milioni di euro sia annualmente destinata alla cura delle patologie connesse alla dipendenza da gioco d’azzardo. “Una quota delle risorse, nel limite di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, è destinata alla sperimentazione di modalità di controllo dei soggetti a rischio di patologia, mediante l’adozione di software che consentano al giocatore di monitorare il proprio comportamento generando conseguentemente appositi messaggi di allerta. Il Ministro della salute adotta linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d’azzardo patologico (GAP). Al fine del monitoraggio della dipendenza dal gioco d’azzardo e dell’efficacia delle azioni di cura e di prevenzione intraprese, l’Osservatorio, è trasferito al Ministero della salute”. “Con decreto interministeriale è rideterminata la composizione dell’Osservatorio, assicurando la presenza di esperti in materia, di rappresentanti delle regioni e degli enti locali, nonché delle associazioni operanti nel settore, nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Alla relativa ripartizione si provvede annualmente all’atto dell’assegnazione delle risorse spettanti a regioni e province autonome a titolo di finanziamento della quota indistinta del fabbisogno sanitario standard regionale, secondo i criteri e le modalità previsti dalla legislazione vigente in materia di costi standard. La verifica dell’effettiva destinazione delle risorse e delle relative attività assistenziali costituisce adempimento ai fini dell’accesso al finanziamento integrativo del SSN ed è effettuata nell’ambito del Comitato paritetico permanente per la verifica dell’erogazione dei LEA”. La Relazione Tecnica, “riferita al testo iniziale, modificato dalla Camera dei deputati, asserisce che la disposizione non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, in quanto si limita ad individuare una specifica finalizzazione degli importi destinati alle regioni per l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Infatti, non sono ascritti effetti alla disposizione. Al riguardo – spiegano i tecnici-  atteso che le disposizioni in esame introducono una nuova finalizzazione, configurata come obbligatoria, nell’ambito delle risorse destinate al finanziamento del SSN senza incrementare le risorse ad esso destinate- spiega la Nota di Lettura –  andrebbe assicurata la compatibilità di tale finalità aggiuntiva con l’equilibrio finanziario complessivo del Sistema Sanitario Nazionale”. im/AGIMEG