Curcio (Sapar) scrive lettera aperta alla stampa: Su ludopatie e costi sociali connessi dati opinabili

“Ci sono delle cosiddette “fonti”, anche di matrice autorevole, che, per aumentare lo stato di tensione nell’opinione pubblica, continuano a denunciare dati del tutto opinabili anche sul fronte delle ludopatie e dei costi sociali connessi”. E’ quanto scrive Raffaele Curcio, presidente di Sapar in una lettera aperta inviata agli organi di stampa. Curcio, in particolare, punta l’indice  contro le cifre che girano circa la diffusione e i costi del gioco patologico: ” Visto e considerato che, ancor oggi, le attività di cura e recupero dei cosiddetti giocatori patologici sono affidate allo spontaneismo dei Sert e perlopiù ad organizzazioni private, che hanno in carico mediamente poche decine di pazienti ciascuno, non si riesce a capire come si faccia ad arrivare a stimare l’esistenza di 7/800mila persone a rischio, delle quali 400mila affette da una vera e propria patologia da gioco, e ad una spesa per la collettività pari a 6 miliardi di euro”. E quindi ricorda che  “il 20 maggio, il Capo del Dipartimento Politiche Antidroga, prof. Giovanni Serpelloni, nel corso di un convegno del Codacons ha dichiarato che il costo medio anno per la cura di un paziente ludopatico oscilla fra i 4000 e i 6000 euro. Ebbene, se la cifra di 6 miliardi testé denunciata fosse vera, i Sert italiani dovrebbero avere in carico all’incirca un milione di persone”. Ma ammette anche che  “il problema esiste e che siamo noi operatori per primi ad esserne consapevoli. Proprio per questo, come Associazione Nazionale Sapar, attraverso la nostra struttura territoriale, ci siamo sempre prodigati nel diffondere la cultura del gioco e nell’invocare il rispetto delle norme e delle regole del vivere civile, oltre a dare un contributo fattivo per combattere l’illegalità in tutte le sue forme. Ma è sin troppo evidente che soltanto nel momento in cui sarà data piena attuazione al Decreto Balduzzi – che ha inserito il gioco patologico nei LEA   – che il fenomeno potrà essere governato in maniera confacente”. Anche il fenomeno del gioco minorile, prosegue Curcio, “è stato esasperato nei termini e nei numeri da parte dei media – basti pensare che negli oltre 2600 esercizi pubblici controllati subito dopo l’emanazione del Decreto Balduzzi, sono stati contestati non più di 58 casi (pari allo 0,2%) – ma  richiede comunque attenzione da parte dell’industria e delle istituzioni”. Curcio si sente però confortato dal fatti che le newslot, grazie al nuovo regolamento tecnico pubblicato nei giorni scorsi dall’ADM, diventeranno “l’unico gioco a disporre di un controllo preventivo dell’età del giocatore, attraverso un lettore di tessera sanitaria, o di carta di identità magnetica o di codice fiscale”.Per Curcio insomma, “le tutele in atto nel settore delle NewSlot sono numerose ed efficaci. Eppure, c’è ormai una volontà generalizzata di screditarlo, così da forzare le soluzioni più drastiche – ovvero la sua distruzione – sottovalutando il fatto che, nel momento in cui dovesse prevalere la logica del proibizionismo tout court, il settore finirebbe col tornare completamente nella clandestinità ed in mano alla malavita”. E questo metterebbe a rischio “la sopravvivenza dei concessionari di Stato, delle oltre 4000 di imprese di gestione che installano gli apparecchi, le quali danno occupazione a oltre 100.000 addetti e alle loro famiglie, degli oltre 100.000 esercizi che li mettono a disposizione della clientela e dell’infinità di aziende che costituiscono l’indotto”. lp/AGIMEG