Curcio (Sapar): “Nessuna penale per gli esercenti”

Il presidente dell’ Associazione Nazionale Sapar, Raffaele Curcio, ha risposto all’articolo del 21 Gennaio pubblicato dal quotidiano “La Repubblica”, Penali salate per dire no alle slot – quei bar divenuti ostaggio dei gestori”. Nel suo comunicato fa una netta distinzione tra gruppi mafiosi che minacciano gli esercenti e il normale rapporto contrattuale tra “gestore ed esercente”. Ecco il testo integrale della risposta di Curcio:

“Innanzitutto , bisogna fare una netta distinzione fra quello che è l’atteggiamento minaccioso mantenuto dalle organizzazioni criminose nei confronti degli esercenti per obbligarli ad installare i propri apparecchi, e il normale rapporto contrattuale esistente fra concessionario, gestore ed esercente, che operano nel totale rispetto della legalità. Sul primo aspetto, è quasi superfluo affermare che purtroppo questa è una realtà che esiste, ma che esula dal sistema di legalità faticosamente costruito in questi anni, dove gli operatori a qualsiasi titolo sono rigidamente controllati e debbono sottostare giustamente a regole ferree per svolgere l’attività di raccolta di gioco, che comporta delle responsabilità sociali, fiscali ed economiche piuttosto rilevanti. Quanto al discorso delle penali, va ricordato in primo luogo che i contratti attraverso i quali gli esercenti hanno l’autorizzazione ad installare gli apparecchi da gioco sono stipulati non con il gestore-proprietario degli apparecchi stessi, ma con il concessionario della rete telematica, il quale, nella contrattualistica, ha l’obbligo di rispettare lo schema di convenzione sottoscritto con l’Aams. Pertanto, non può essere prevista alcuna clausola vessatoria in capo all’ esercente, che vada a sovrapporsi a quanto statuito dal codice civile in merito al rispetto dei rapporti contrattuali in essere, di qualsiasi natura essi siano, anche perché ciò comporterebbe automaticamente la nullità dell’atto.  Ciò non toglie che esistano casi nei quali tra gestori ed esercenti viene ad instaurarsi un rapporto contrattuale diretto, nel quale possono essere anche previste di comune accordo delle penali. Ma questa è una pratica estremamente limitata ed estranea al vigente regime dell’attività di raccolta del gioco.” fda/AGIMEG