Corte Conti si appresta a chiudere la vicenda della sanatoria slot. Ma per il pres. Squitieri il condono deve diventare un istituto permanente

Ridefinire alcuni istituti giuridici, a iniziare dal condono erariale. E’ una delle proposte che ha lanciato il neo-presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, nella cerimonia  di insediamento che si è tenuta ieri. Le sezioni d’appello della Corte, nelle scorse settimane, si sono pronunciate su una serie di richieste di condoni, consentite dal decreto sull’IMU. Tra questo anche quelli avanzato da sei concessionarie per le maxipenali delle newslot, l’udienza conclusiva di terrà il 31 gennaio prossimo. Secondo Squitieri, se l’istituto venisse reso permanente “potrebbe utilmente essere inserito come istituto permanente all’interno del processo contabile, ma in una fase anticipata rispetto al grado di appello”. In questo modo si otterrebbe  “il duplice beneficio di deflazionare le liti e di accelerare la tutela giudiziaria, in applicazione del principio del giusto processo”. Inoltre, un contenzioso contabile più snello renderebbe  “più efficacia ed incisività all’azione della Corte dei conti”, e incentiverebbe “una condotta maggiormente attenta da parte dei pubblici funzionari, scoraggiando, ad esempio, quella moltitudine di fenomeni illeciti, rilevanti non solo sotto l’aspetto penale ma anche dal punto di vista contabile”. Squitieri, nel suo discorso, ha affrontato soprattutto la questione della crescita economica: “il problema dell’economia italiana è essenzialmente un problema di crescita. Ma in un’economia nella quale la spesa pubblica vale ormai più della metà del prodotto, nessuna accelerazione della crescita è possibile se quella spesa pubblica non si farà più efficace ed efficiente”. E ancora, “Poiché nella nostra economia – ha spiegato ancora Squitieri – il prelievo fiscale ammonta a circa il 45% del prodotto, non si potrà avere un consistente miglioramento nella allocazione delle risorse e, con esso, un rilevante accrescimento della produttività totale e, dunque, una sensibile accelerazione della crescita economica, se non sapremo spendere, meglio di quanto ora facciamo, le ingentissime risorse derivanti dal prelievo fiscale”. lp/AGIMEG